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Homeschooling o educazione parentale: cos'è e come funziona

L’Homeschooling o educazione parentale è un fenomeno diffuso già da tempo che ha conosciuto, però, con la pandemia una discreta crescita. Di fatto, consiste nella scelta di far studiare a casa i ragazzi. Ma qual è in questo caso il ruolo dei genitori da un lato e della scuola dall’altro?

Homeschooling: cos’è e come funziona

Come abbiamo anticipato, con il termine Homeschooling si intende la scelta di far studiare a casa i propri figli che vengono seguiti, quindi, dai genitori stessi assumendo il ruolo di insegnanti.

In questo modo, ogni famiglia è libera di scegliere il sistema didattico che preferisce. Alcuni genitori, per esempio, preferiscono rimanere in linea con la struttura scolastica, seguendo i programmi ministeriali. Altri, invece, adottano una strategia differente basata sullo studio di una materia alla volta, affrontando un unico argomento per diverso tempo.

Ad ogni modo, secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 25 aprile 2005, n. 76, Art. 1, comma 4 “I genitori che intendano provvedere direttamente all’istruzione dei propri figli devono dimostrare di averne la capacità”.

Nello specifico il genitore dovrà presentare alla scuola di riferimento una lettera d’intento in cui dichiara di volersi fare carico in prima persona dell’istruzione del figlio.

A questo punto il dirigente scolastico dovrà verificare il sussistere di tutte le condizioni perché ciò accada e fornire le indicazioni necessarie sulle valutazioni e sugli esami di Stato obbligatori.

L’educazione parentale in Italia

Fino a qualche anno fa, in Italia il fenomeno dell’Homeschooling interessava all’incirca un migliaio di studenti.

Tuttavia, un dato significativo era quello secondo cui il 30% di questi studenti in età compresa tra i 15 e i 16 anni era già stato rimandato una o più volte.

Sembra, però, che con l’avvento della pandemia il numero dei genitori che ha scelto per i propri figli l’educazione parentale sia di fatto cresciuto.

In Veneto, per esempio, si è registrato un aumento di circa un centinaio di alunni. Un dato tutto sommato poco rilevante, ma soprattutto transitorio.

Inoltre, pare che questa scelta abbia riguardato specialmente gli studenti delle scuole elementari, i cui genitori hanno manifestato perlopiù paura del contagio e ostilità alla DAD.