Pensione anticipata o di vecchiaia? Ecco quale misura conviene e quale delle due è l’opzione più scelta dai lavoratori italiani per accedere alla pensione.
Pensione anticipata o di vecchiaia: cosa rivelano i dati
Stando ai dati raccolti dall’Inps in riferimento alle pensioni del 2020 e dei primi tre mesi del 2021 le richieste in Italia hanno raggiunto quota 844.879.
I numeri sembrano, inoltre, confermare il trend degli anni passati, in quanto i trattamenti anticipati (290.125) hanno ancora una volta superato quelli di vecchiaia (266.021).
Per quanto riguarda, invece, l’assegno mensile da gennaio dell’anno scorso fino a marzo di quest’anno, l’importo medio è stato di circa 1.249 euro.
Come ha, quindi, sottolineato l’Istituto previdenziale, le pensioni sono, da un lato, aumentate, mentre dall’altro il valore è sceso.
Le attuali vie d’uscita per la pensione anticipata
Attualmente la soglia della pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni di età. Tuttavia, esistono anche diverse misure alternative che consentono di uscire dal mondo del lavoro con qualche anno di anticipo.
Nello specifico:
- Opzione donna per le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 di età (59 le autonome);
- pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne);
- Quota 100 con 62 anni di età e 38 di contributi (in scadenza il 31 dicembre 2021);
- Quota 41 per i lavoratori precoci con un anno di contributi versato entro i 19 anni;
- pensione anticipata contributiva per gli over 64;
- Ape sociale;
- isopensione e contratto di espansione.
Il dato inaspettato, in particolare, è quello relativo a Quota 100. Misura che, al contrario delle previsioni iniziali, è stata scelta solo dal 43% dei neo pensionati.