Straordinario docenti dal 1° settembre a inizio lezioni: il decreto Sostegni Bis chiude la porta

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Il decreto Sostegni Bis sbatte la porta in faccia ai docenti per quanto riguarda il lavoro straordinario previsto dal 1° settembre all’inizio delle lezioni: lo si evince da quanto contenuto all’articolo 58, comma 1, lettera c) del provvedimento.

I docenti lavoreranno gratis dal 1° settembre all’inizio delle lezioni

L’articolo 58, infatti, prevede che ‘Con una o più ordinanze del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione, per l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2021/2022, possono essere adottate, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte….a prevedere che a partire dal 1° settembre 2021 e fino all’inizio delle lezioni siano attivati, quale attività didattica ordinaria, l’eventuale integrazione e il rafforzamento degli apprendimenti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica’.

In buona sostanza, il lavoro svolto dai docenti dal 1° settembre all’inizio delle lezioni viene considerato ‘attività ordinaria‘. Nella relazione tecnica del decreto Sostegni Bis, si legge un’ulteriore precisazione: ‘Le attività di recupero sono remunerate 50 euro all’ora e quelle aggiuntive di insegnamento frontale non ordinamentale 35 euro all’ora ai sensi del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro (tabella 5 allegata al contratto collettivo nazionale di lavoro 29/11/2007, mantenuta in vigore ai sensi dell’articolo 1 del contratto collettivo nazionale di lavoro 19/4/18). Il contratto collettivo nazionale di lavoro remunera tali attività poiché, di solito, si aggiungono a quelle d’obbligo, giacché sono svolte per lo più in concomitanza con le lezioni. Nei giorni di sospensione delle lezioni, tuttavia – si legge in dettaglio nella relazione tecnica – il recupero, l’integrazione e il rafforzamento degli apprendimenti non si aggiungono alle normali attività didattiche. Perciò la disposizione in esame ha l’effetto di azzerare il compenso previsto per le attività in questione, se svolte nel periodo tra il primo settembre 2021 e l’inizio delle lezioni’. 

Una disposizione che, indubbiamente, va a scontrarsi con quanto indicato nell’articolo 36 della Costituzione dove si parla del cosiddetto principio della giusta retribuzione: se aumenta la quantità della prestazione, anche la quantità della retribuzione deve aumentare. 
Un aspetto che andrà seguito con attenzione durante l’iter parlamentare del decreto Sostegni Bis per la sua conversione in legge. Se la normativa resterà invariata, sottolinea ‘Italia Oggi’, si corre il rischio di andare incontro ad un ‘precedente inquietante’ visto che un datore di lavoro (pubblico tra l’altro) peggiora le condizioni di lavoro di 700mila lavoratori circa, negando apertamente il diritto alla retribuzione dello straordinario.

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