Ipotesi doppio canale reclutamento, chi rema contro?

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A che punto siamo col Decreto Sostegni Bis? E quali speranze ci sono per il doppio canale di reclutamento?

Il Decreto ha iniziato il suo iter per la conversione in legge, che dovrà avvenire entro 60 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. I tempi sono stringatissimi con settembre alle porte e un piano di stabilizzazione straordinario che non piace, e diverso da quanto trapelato in quella tanto famosa bozza diffusa solo circa un mese fa.

Il 28 maggio hanno avuto inizio le audizioni, che si concluderanno l’8 giugno.

Il passaggio successivo sarà l’esame del provvedimento presso la Commissione Bilancio. Nel frattempo sono stati presentati vari emendamenti, che potranno essere proposti fino al 10 giugno. E oggi, 3 giugno, ha preso il via il tavolo sul reclutamento e la formazione tra Governo e sindacati.

L’altra data importante da segnare è il 15 giugno, quando saranno resi noti gli emendamenti dichiarati inammissibili e quelli che invece verranno presi in considerazione. Citiamo tra i tanti presentati, quello riguardante la reintroduzione del doppio canale di reclutamento permanente, l’abolizione dei 3 anni di servizio ai fini della selezione all’interno delle Gps e l’estensione del reclutamento anche alla seconda fascia Gps.

Il Parlamento è dalla parte dei precari?

Da ciò che si evince quindi, allo stato attuale, la palla è nelle mani del Parlamento. E sembra emergere da fonti vicine al Ministero che, “se il Parlamento volesse”, potrebbe rendere permanente il canale delle Gps ai fini delle assunzioni in ruolo. In questo caso il Ministero non vi si opporrebbe.

Un discorso di questo tipo farebbe ben sperare sull’ipotesi del ripristino del doppio canale di reclutamento. Ma adottare una soluzione di questo tipo significherebbe mostrarsi finalmente e concretamente dalla parte degli insegnanti precari, permettendo a tutti nei prossimi anni e già dal prossimo anno scolastico di essere stabilizzati.

La domanda quindi è: le forze di maggioranza sono dalla parte dei precari? Le tempistiche e gli strumenti per dimostrarlo ci sono, ma sembrerebbe mancare una seria volontà di sanare la problematica del precariato scolastico, non prendendo nemmeno in considerazione i rimproveri dell’Europa.

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