Il Ministero dell’Istruzione e i sindacati si sono ritrovati di fronte, oggi 3 giugno, sul tema del reclutamento docenti: una questione particolarmente calda, considerando che, in questi giorni, si discuterà delle possibili modifiche da apportare alla procedura per le assunzioni straordinarie dalla prima fascia GPS. Il commento del segretario generale della Uil Scuola è stato particolarmente critico.
Reclutamento precari, Turi: ‘Firmato un patto che dice alcune cose mentre il decreto Sostegni ne dice altre’
Il segretario Uil Scuola ha sottolineato come l’incontro di oggi non sia stato un incontro tecnico ma un incontro politico: assente il ministro Bianchi. Turi ha dichiarato, senza mezzi termini, che ‘non abbiamo bisogno di tavoli ma di luoghi dove si decide. Abbiamo un patto firmato che dice alcune cose e un decreto sostegni che ne predispone altre.’
Il segretario Uil Scuola parla di norme incostituzionali come quella del divieto di partecipazione al concorso successivo per coloro che non riescono a superare una prova, norme scritte male e norme che tolgono diritti.
‘Vogliamo dire che si sta togliendo il sostegno ai ragazzi distribuendo questa specificità sugli insegnanti dell’intera classe? Vogliamo dire che non ci sono ancora risposte per decine di migliaia di precari che ci vorranno i vigili urbani per decidere chi passa e dove? Vogliamo dire che nessun provvedimento è stato preso per i Direttori dei servizi amministrativi che hanno ricoperto questo incarico per anni e ora gli si dice grazie e arrivederci? Ci siamo stancati di seguire questa narrazione tutta politica e tecnocratica’, tuona Pino Turi.
Pino Turi: ‘È possibile che si mettano al centro gli alunni e non i loro insegnanti’?
‘Non chiediamo la condivisione ma il confronto. È possibile che si mettano al centro gli alunni e non i loro insegnanti, che a quegli alunni dovranno assicurare il futuro? – si chiede il segretario della Uil Scuola – Serve una programmazione pluriennale. La transizione annunciata passa attraverso una scuola libera, statale, costituzionale. Proprio quel modello di scuola e del suo personale che andremo a difendere il 9 giugno, in piazza. A rischio c’è la tenuta democratica del nostro Paese’.