Supplenze: quale potrebbe essere la situazione dopo il DL Sostegni Bis?
Supplenze: quale potrebbe essere la situazione dopo il DL Sostegni Bis?

Le supplenze scolastiche, tanto annuali, quanto brevi, sono un’opportunità di lavoro per migliaia di docenti precari. Se non fosse stato per questa categoria di insegnanti, negli ultimi anni numerose cattedre sarebbero rimaste scoperte. Una categoria tanto bistrattata, quanto utile per la società. Cosa accadrà tuttavia, con il DL Sostegni Bis? Ci sarà una reale riduzione sostanziosa del precariato e la decimazione delle supplenze? La risposta, molto probabilmente, è no. Neanche il decreto in questione, nonostante le novità che propone, potrebbe bastare e per il prossimo anno scolastico si prevedono ancora migliaia e migliaia di posti vacanti.

Supplenze e ‘supplentite’: un excursus politico sugli ultimi anni

Da Matteo Renzi (e la sua Buona scuola per combattere la supplentite) a Lucia Azzolina nelle vesti di ministro dell’Istruzione (e relativi bandi dei concorsi ordinari/straordinari nel 2020), i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno, in qualche modo, proposto procedure atte alla stabilizzazione di numerosi docenti e, allo stesso tempo, alla decimazione del precariato. Del resto si sa, la scuola italiana ha bisogno di docenti preparati per istruire le giovani leve che dirigeranno in futuro la nostra società.

La preparazione è tuttavia una questione di punti di vista: se per qualcuno la vera esperienza si fa all’interno delle mura scolastiche, a contatto con i ragazzi, magari anche nelle vesti di coordinatore scolastico, per altri (M5s in primis) c’è bisogno di una selezione tanto severa quanto perfetta e radicale per comprendere chi è realmente degno di salire in cattedra a tempo indeterminato. Una diatriba che, dopotutto, continua ancora adesso. Ma quale futuro per i supplenti da ora in poi?

Cosa prevede il DL Sostegni Bis

Il DL Sostegni Bis è un piano, almeno su carta, volto alla stabilizzazione di migliaia di docenti precari. Le assunzioni in ruolo si divideranno in ordinarie e straordinarie. Le immissioni in ruolo ordinarie avverranno in parte da GAE e in parte da graduatorie di merito. E le graduatorie di merito da cui attingere non sono poche, tenendo in considerazione che i docenti potranno essere assunti da:

  • “Concorsone” ordinario del 2016;
  • Concorso FIT del 2018 (riservato ai docenti abilitati e fascia aggiuntiva compresa);
  • Concorso straordinario 2020;
  • Concorso straordinario STEM 2021 (che dovrebbe iniziare a breve).

Ora, una volta terminata la fase “ordinaria”, nel caso in cui dovessero risultare ancora posti vacanti disponibili, i buchi residui saranno “tappati” dalla procedura straordinaria, attingendo dalle GPS I fascia e dai relativi elenchi aggiuntivi. Tutto ciò, però, non basterà a risolvere la questione del precariato. Non a caso la Lega, soprattutto con Mario Pittoni e Rossano Sasso, vorrebbe tuttavia estendere tale opportunità anche ai precari iscritti in seconda fascia delle GPS (con 3 annualità di servizio), ma al momento questa possibilità è tutta da confermare, con l’approvazione di un emendamento.

Conclusioni

Per comprendere la situazione in maniera più concreta, bisognerà attendere le prossime settimane. Al momento, il precariato e le cattedre vacanti restano un problema da risolvere. I sindacati sottolineano come, per l’anno scolastico venturo, potrebbe ancora esserci un numero esorbitante di posti da ricoprire in tutta Italia: all’incirca 180/190.000. Cisl Scuola, per esempio, ha posto di recente l’attenzione sui posti di sostegno e sulle scuole secondarie. L’andamento delle correzioni delle prove del concorso straordinario, inoltre, non aiuta. Di conseguenza, le graduatorie finali potrebbero contenere un numero “irrisorio” di candidati rispetto al numero di assunzioni di cui si avrà effettivamente bisogno.