Come si tornerà a scuola a settembre?

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Con  la possibilità di vaccinare i ragazzi dai 12 anni in su, quindi gran parte degli studenti, dovremmo avere un anno scolastico relativamente più tranquillo.

E non è detto che non arrivino ulteriori autorizzazioni per arrivare ai 6 anni.  Quindi l’architrave del discorso scuola, per riaprirla in massima sicurezza in presenza, è quello della vaccinazione. Bisogna continuare anche con il tracciamento in modo serio e attento.

I presidi dovranno “rendere sicura la permanenza” a scuola dei bambini e dei ragazzi che sceglieranno di non vaccinarsi”, ammonisce Figliuolo. “Il vaccino è uno dei pilastri della lotta al virus – chiarisce – ma per me nessuno mai deve essere discriminato: finché ci sono le leggi che permettono la non obbligatorietà, chi organizza l’attività scolastica deve mettere in campo tutto quello che è possibile” per garantire a “coloro i quali, per scelta personale o dei propri genitori, abbiano pensato legittimamente di non vaccinarsi, di rendere sicura la loro permanenza negli istituti scolastici”. Un tema, questo, che certamente si riporrà con la ripresa dell’anno scolastico.

Dubbi dei sindacati

I sindacati (che non mancano di polemizzare sui concorsi ancora non attuati) sono un po’ dubbiosi sulle modalità di apertura e soprattutto sull’uso dei DPI, qualche settimana fa Maddalena Gissi ha commentato:

“È una notizia non piacevole: molti genitori quest’anno hanno denunciato i dirigenti scolastici perché non volevano che i figli tenessero questi dispositivi in classe. Ci auguriamo che venga ridefinito o puntualizzato un piano anche perché le mascherine assegnate dall’ex commissario Arcuri erano spesso di basso livello qualitativo, con odori forti e grandi, tanto che sono state definite ‘mutande’”.

Barbara Floridia ha ricordato che si sta lavorando per diminuire il numero di studenti per classe  e che sono state prorogate le misure (organico covid) per dare anche l’anno prossimo spazi aggiuntivi alle scuole affinché a settembre le lezioni si possano svolgere con il distanziamento previsto “e col tempo speriamo si possa tornare alla normalità in spazi più ravvicinati”.

La variante Delta

Certamente non mette il buonumore il diffondersi della variante Delta, in tutta Italia ad eccezione di due Regioni si registrano contagi della mutazione indiana. Ma in quali regioni non sono stati individuati casi di Delta? Si tratta di Basilicata e Valle d’Aosta, le quali, per il momento, non hanno persone contagiate con la variante. 

Fondamentale iniziare il prima possibile il tracciamento e l’intensificazione della campagna vaccinale, dal momento che, solo con la seconda dose, si ha una protezione più efficace contro la nuova mutazione del virus. Nei prossimi giorni arriveranno maggiori dati riguardo alla diffusione della variante Delta sul territorio, ma appare probabile che la diffusione in Italia è destinata ad aumentare nelle prossime settimane.

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