Docenti: possibile intesa su 50mila assunzioni in più
Docenti: possibile intesa su 50mila assunzioni in più

Ci sarebbe l’intesa sull’assunzione di 50mila docenti in più. A rendere nota quella che al momento sembra essere solo un’indiscrezione è il Sole 24 ore. Prosegue l’iter del Decreto Sostegni Bis, oramai entrato nella sua settimana cruciale. Lega e Pd non cambiano il loro modus cogitandi riguardo all’immissione in ruolo. Le due forze politiche propendono per un’assunzione senza lo step dei concorsi. Prosegue, intanto, la ricerca dell’intesa sui numeri da parte del governo Draghi e la maggioranza.

Docenti: previsto un surplus di assunzioni?

Si parla di un surplus di 50mila docenti che saranno assunti rispetto al numero previsto originariamente dal Dl Sostegni. In tal modo da 18.500 si passerebbe a 70mila immissioni in ruolo. Andiamo tuttavia per gradi, rianalizzando la versione originale del Dl Sostegni. In un primo momento, era stata prevista l’assunzione dei soli precari appartenenti alle GPS I fascia (i precari abilitati), a patto che garantissero il requisito consistente nell’aver svolto almeno tre anni di servizio all’interno della scuola pubblica.

Ci sarebbe dunque l’accordo effettivo sulla stabilizzazione di ulteriori 50mila insegnanti. C’è però un altro problema: come immetterli in ruolo? Ogni forza politica avrebbe una sua idea e su questo punto, al momento, mancherebbe l’intesa. Se da una parte, Lega e Pd vogliono ampliare la platea dei precari da immettere in ruolo, il governo valuterebbe una riserva del 30% sui posti messi a disposizione dai concorsi ordinari. Palazzo Chigi medita un’assunzione ordinaria di 50mila docenti e una stabilizzazione per altri 18.500. In seguito toccherebbe ai posti garantiti dai concorsi annuali, prevedendo una riserva di posti per i precari che negli ultimi dieci anni (anche in maniera non continuativa) abbiano accumulato almeno tre anni di servizio.

Le proposta di Pd e Lega

PD e Lega, tuttavia, vorrebbero allargare le possibilità di assunzione nei confronti dei precari, includendo anche gli insegnanti iscritti in seconda fascia GPS e, quindi, non in possesso di un’abilitazione. I tempi oerò potrebbero essere differenti in questo caso. Il PD chiede che il governo riconosca anche il servizio reso nelle paritarie e negli IeFP nei trentasei mesi richiesti come requisito necessario, proponendo inoltre un test d’ingresso selettivo, un tirocinio, un regolare percorso formativo e, infine, una prova finale. Chi supera tali step potrà essere immesso in ruolo a partire dall’anno scolastico 2022/2023, ma solo per il numero di posti vacanti disponibili. Questa è l’idea da parte dei dem.

La proposta della Lega, invece, punta all’immissione in ruolo già per l’anno scolastico 2021/2022. Il senatore Mario Pittoni ha spiegato come per assicurare una copertura quanto più totale dei posti disponibili, bisognerebbe dare opportunità di un percorso per accedere al ruolo, tanto ai precari iscritti nelle GPS I fascia, tanto a quelli posizionati in II fascia. Entrambe le categorie dovranno tuttavia avere come requisito lo svolgimento di almeno tre anni di servizio. Pittoni contesta alcuni passaggi della proposta dei dem, come la prova preselettiva e quella finale, in quanto: “Non ci sarebbero neanche i tempi tecnici”.