'Il Pass non entra a scuola', partito il flash mob degli insegnanti

Nonostante il tentativo dei media di sminuire e, a tratti, ridicolizzare chi sceglie di non vaccinarsi
contro il Covid, la scuola conta 200.000 insegnanti “dissidenti”. E a questi vanno aggiunti anche
tutti i componenti del personale Ata e i genitori con figli in età scolastica che prediligono la libertà
di scelta ad un insensato obbligo vaccinale, o ad un ancora più illecito green pass, lesivo della
privacy.

Non si parla forse di scuola dell’inclusione? Perchè dunque così tanto accanimento mediatico (e
non) verso chi preferisce non vaccinarsi? E il dibattito si è addirittura spinto verso una
discriminazione sul lavoro, per quanto riguarda il personale scolastico, e dalle lezioni ( e dunque dal
conseguente esercizio del diritto allo studio), per quanto riguarda gli alunni.

Ma a fare ancora più specie sono tutti quegli insegnanti che, seppur consapevoli della non totale
immunizzazione del vaccino in questione, tale per cui non esclude la possibile positività, non
esclude (cosa che nessuno si augura) la terapia intensiva, e non rende nemmeno immuni dalla
privazione della così tanto ricercata libertà (dato che anche i vaccinati positivi possono essere messi
in quarantena), inneggiano al licenziamento dei colleghi non vaccinati…

Senza contare comunque che i numeri parlano, nella totalità, di oltre l’85% degli insegnanti
vaccinati in tutta Italia
con almeno la prima dose, e oltre al 70% con anche la seconda dose iniettata.
L’immunità di gregge potrebbe dirsi quindi raggiunta.

Alla luce di tutto ciò, chi opta per la libertà di scelta, ha deciso di far sentire la sua voce con un flash
mob virtuale
, partito dal gruppo facebook “Diritti e Istruzione (in tempo di Covid)”.

Le ragioni del flash mob

La libertà di scelta trova fondamento innanzitutto nella tutela di tutti quei diritti che la Costituzione
contempla ancora
, nonostante i vani tentativi di offuscamento.

Pensiamo all’art. 2 Cost, posto a garanzia di tutti i diritti inviolabili dell’uomo. Ma pensiamo anche
all’art 3 Cost, che nel sancire il principio di uguaglianza pone anche il divieto ad ogni forma di
discriminazione; e gli articoli 4 Cost (che tutela il diritto del lavoro) e 34 Cost. che espressamente
stabilisce che “la scuola è aperta a tutti”.

Ma la carrellata normativa potrebbe proseguire anche con l’art 15 Stat. Lav. , che esclude atti che
possano discriminare per “convinzioni personali”, oltre che, in ambito europeo, l’art 14 CEDU,
anch’esso posto a tutela del divieto di discriminazione.

E non dimentichiamo che lo stesso Garante della Privacy si è più volte espresso in maniera
contrariata nei confronti dell’imposizione del green pass, a prescindere dall’ambito.

Le ragioni del flash mob risiedono dunque nel far mettere in pratica l’esercizio di tutti i citati diritti, mantenendo viva l‘idea di una scuola che accolga senza discriminare.

Flash mob, come e quando

Il flash mob è partito oggi, 20 luglio 2021 e si protrarrà fino a martedì 27 luglio 2021.

L’iniziativa di “Diritti e Istruzione (in tempo di Covid)” vuole coinvolgere quanti più insegnanti, personale Ata e genitori possibile, con l’hashtag “Il Pass non Entra a Scuola”. E vuole essere un modo per far capire a giornalisti ed esponenti politici che anche gli italiani sanno far sentire la loro voce.