È innegabile e sotto gli occhi di tutti come i media contribuiscano a pilotare le decisioni del Governo. L’informazione, quella vera e obiettiva, è rara in questo periodo.
E, a pensarci, è assurdo come la sorte della scuola e di chi ci lavora sia messa alla mercè di chi non ne conosce da vicino le dinamiche, trascurando ciò che andava fatto per poter ripartire davvero in sicurezza a settembre, quale lo sdoppiamento delle classi, impianti di aerazione adeguati e incremento dei trasporti.
Invece, a fronte di queste gravissime mancanze, su cosa si vuole puntare? Su un obbligo vaccinale (nonostante una percentuale superiore all’85% di lavoratori della scuola immunizzati) nascosto dietro ad un insensato green pass (con un tampone ogni 48h!!!)
Analizziamo, però, in maniera lucida la situazione.
La situazione attuale rema contro l’utilità di qualsivoglia green pass o obbligo vaccinale
La situazione attuale in Israele, come stanno riportando molti giornali, vede un fortissimo incremento di contagi e di terapie intensive di soggetti vaccinati con duplice dose.
E in Italia, come ha riportato anche il giornale ‘Repubblica’ alcuni giorni fa, in data 3 agosto 2021, i dati parlavano di + 27 decessi, +4845 nuovi contagi e + 258 posti occupati in terapia intensiva. Tutto questo con una popolazione vaccinata al 53,2% con seconda dose. La stessa ‘Repubblica’ raffronta questi dati al 3 agosto 2020, in cui ci trovavamo di fronte a + 12 decessi, + 159 nuovi contagi e + 41 posti in terapia intensiva, senza che ancora fosse partita alcuna campagna vaccinale.
Davvero quindi un obbligo vaccinale o un green pass potrebbero arginare la situazione dei contagi senza le dovute misure di sicurezza a scuola?
Le soluzioni di buon senso
Se il personale scolastico ha dimostrato un’ampia adesione alla campagna vaccinale, pare scontato che l’immunità possa già dirsi obiettivamente raggiunta. Certo, alcune regioni denotano percentuali più basse di personale scolastico vaccinato, ma se proprio ciò che andava fatto in termini di sicurezza non è stato messo in atto, non sarebbe invece più plausibile effettuare eventualmente screening periodici con modalità meno invasive da utilizzare su tutto il territorio nazionale?
Dare il via ai tamponi salivari (magari gratuiti) in tutte le regioni da effettuarsi a cadenza periodica per tutto il personale scolastico e studente sarebbe forse una scelta di buon senso. Soprattutto se l’esigenza dello screening non sconfina però nella “tortura” ogni 48 ore. Perchè, diciamolo, di “tortura” e accanimento si tratta.
Quindi distanziamento, mascherine, aerazione, sdoppiamento delle classi pollaio e test molecolari salivari a cadenza magari settimanale potrebbero considerarsi scelte di buon senso per una scuola in presenza in sicurezza. Ma tutti questi elementi insieme, nessuno escluso.
Green pass per tutti
Ma aggiungiamo un tassello ulteriore. Dal momento che il vaccino non esclude la possibilità di contagio e, se vogliamo, non esclude anche, purtroppo, le terapie intensive, perchè dovrebbe essere richiesto il tampone ogni 48 ore solo a chi non è vaccinato?
Lo stesso Anthony Fauci, consulente immunologo di Biden, ha specificato alcuni giorni fa come la variante Delta abbia cambiato totalmente lo scenario. Tanto che il livello di virus nei vaccinati è lo stesso rispetto al livello di virus nelle persone non vaccinate.
Quindi? Qual è il senso del green pass? Un vaccinato come un non vaccinato potrebbe contagiare e contagiarsi, e contagiare anche gli alunni, anche delle classi inferiori, non vaccinati.
A questo punto allora, seguendo la logica, il tampone dovrebbe essere esteso indistintamente a tutti i lavoratori della scuola. O a tutti o a nessuno.