Riforma pensioni 2022: sono forse in arrivo sconti ed agevolazioni per gravosi e donne? Ecco le parole del presidente Inps Pasquale Tridico a riguardo.
Riforma pensioni 2022
Come precedentemente anticipato, al centro del dibattito in previsione della prossima Riforma delle pensioni vi sono essenzialmente due temi fondamentali:
- come evitare lo scalone di 5 anni attraverso una misura che possa sostituire Quota 100;
- tutelare alcune categorie di lavoratori tra cui gravosi e donne.
Dal 1° gennaio 2022, infatti, non sarà più possibile usufruire dell’anticipo pensionistico che consente al momento l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni di età e 38 di contributi versati.
Se da un lato, quindi, il Governo Draghi sta cercando delle nuove soluzioni, dall’altro una possibile strada da percorrere potrebbe essere quella di potenziare alcune delle misure già esistenti.
In primo luogo, si starebbe pensando non solo di confermare l’Ape sociale, ma anche di estendere l’elenco dei cosiddetti lavori gravosi.
Ulteriori forme di tutele e garanzie sembrerebbero, inoltre, essere rivolte anche ai lavoratori più giovani e alle donne. Due categorie oggi fortemente penalizzate a causa di carriere troppo spesso precarie e discontinue.
In particolare, in questa direzione, le ipotesi in gioco sarebbero quelle di istituire una pensione di garanzia e di prorogare almeno di un altro anno Opzione donna.
Le parole del presidente Inps
A tal proposito, in una recente intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, il presidente Inps Pasquale Tridico ha individuato una possibile via da percorrere durante il post Quota 100.
“La strada da seguire, secondo me, è quella di approfondire gli strumenti che già oggi permettono di lasciare il lavoro a 63 anni come l’Ape sociale“. Ha speigato.
“Credo che si debba consentire di anticipare il ritiro dal lavoro, prima dei 67 anni, a coloro che svolgono mansioni gravose, ampliandone il numero”. Ha aggiunto subito dopo.
Si tratterebbe, quindi, di una serie di ipotesi contemplate anche all’interno della proposta Inps della pensione divisa in due quote. Quella contributiva a 62 o 63 anni e quella retributiva una volta raggiunti i 67 anni.
Ma non è tutto perché oltre ai lavoratori gravosi, si guarderebbe anche alle lavoratrici madri con uno sconto in termini anagrafici o di anni di contributi, in base al numero dei figli avuti.