Green Pass scuola, Pacifico avverte: ‘è un errore ed è a rischio la salute di tutti’ (INTERVISTA)

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Green Pass scuola e tamponi obbligatori sono stati gli argomenti della nostra conversazione con Marcello Pacifico, presidente Anief, che ha gentilmente risposto alle nostre domande.

Green Pass scuola, Pacifico: ‘è un errore, la salute è a rischio’

Parlando di green pass scuola, abbiamo chiesto a Marcello Pacifico:

Pensa sia un errore il fatto che il personale scolastico si sia diviso internamente e sia in lotta sui social (e non solo) sulla questione vaccino e green pass?

“L’errore è di chi la lotta l’ha creata. Di chi, come Governo, pensa di avere trovato una soluzione per evitare la DAD e si ritroverà ad anno scolastico iniziato di nuovo con la DAD. Perché imporre l’obbligo vaccinale, o surrettiziamente il Green Pass, a quella minima parte del personale che ancora non l’ha fatto, significa ignorare che le scuole italiane stanno ripartendo con pochi spazi, non in sicurezza, con la certezza che quando ci saranno i primi casi anche fra studenti e personale vaccinato, la scuola andrà in quarantena.

Dire che l’obbligo del green pass è necessario per evitare la DAD e fare didattica in presenza, significa non fare didattica in sicurezza. Anief infatti non firma il protocollo perché non può essere d’accordo con questa scelta che mette a rischio la salute di chi lavora nella scuola. E di riflesso si mette a rischio la salute degli studenti, e quindi delle famiglie italiane.

Siamo convinti che queste non siano le scelte giuste. Per questo non firmiamo il protocollo e abbiamo indetto uno sciopero il primo giorno delle lezioni, in ogni regione secondo il calendario scolastico regionale.”

Tamponi a scuola per tutti: non sarebbe la soluzione?

La nostra seconda domanda posta al rappresentante di Anief riguarda la possibilità di far tamponi gratuiti a scuola per tutti.

Tampone regolare per tutti, così come in Parlamento: perché a scuola non può essere adottato un criterio simile? Non sarebbe più sicuro del Green Pass?

“Il ministro ieri ha parlato dei tamponi come di una misura valida solo per il tracciamento, e non per il green pass. E allora noi ci chiediamo: Ma il fine ultimo di chi ci governa, è vaccinare la popolazione italiana, con un vaccino autorizzato in via sperimentale, o garantire la salute di tutti i cittadini e quindi poter tornare a tutte le attività in sicurezza?

Se il fine è quello di garantire il diritto all’istruzione, non si garantisce certo con un Governo che prende atto di non essere in grado di organizzare gli spazi, e quindi ordina di vaccinare quel personale che corrisponde appena al 10%, rispetto alla popolazione studentesca. E’ inutile andare a caccia del colpevole, dell’untore, che non è certo la persona non vaccinata nella scuola. L’untore è lo Stato che ordina di riaprire le scuole in presenza e non in sicurezza.

Perché non ha garantito gli spazi necessari per il distanziamento. Anzi, per legge dice che se tutti gli studenti fossero vaccinati si potrebbe eliminare la mascherina. E dice anche che si può derogare al distanziamento. Questo non è lo Stato che cerchiamo, non è la scienza, questi non sono i dati scientifici. Questo è arrendersi all’impossibilità e all’incapacità di risolvere un problema che sarebbe risolvibile mettendo le risorse per cambiare il rapporto alunni-insegnanti per classe.

In corso d’opera, si potrebbero mettere dei test salivari di tracciamento, senza obbligare nessuno, periodici come si fanno in Francia e Germania, gratuiti, per cercare di ripartire in sicurezza e rispettando il distanziamento”.

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