Entro fine settembre inizieranno le somministrazioni delle terze dosi di vaccino anti Covid (richiamo) agli immunodepressi e ai trapiantati. La notizia giunge in serata direttamente dall’Agenzia di stampa AGI. Si tratterebbe di una forzatura, visto che ancora, sia l’Ema che l’Aifa non hanno dato il loro via libera ufficiale.
Gli immunodepressi e i trapiantati saranno i primi a fare la terza dose di vaccino
Nonostante non sia stato dato ancora il via libera ufficiale da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e di Ema (Agenzia Europea del farmaco), prima della fine di settembre sono previste le somministrazioni della terza dose di richiamo del siero vaccinale.
Si inizierà con i soggetti più fragili: i trapiantati e gli immunodepressi, poi gli anziani e gli ospiti delle Rsa e a partire da gennaio saranno vaccinati gli operatori sanitari.
Insomma, la tempistica è stata calcolata proprio giusto in tempo per evitare la scadenza, nell’arco temporale dei 12 mesi, del passaporto verde.
Per quanto riguarda la somministrazione della terza dose vaccinale all’intera popolazione, i tecnici Aifa sono orientati affinché questa possa avvenire solo dopo il pronunciamento dell’Ema (l’Agenzia Europea del Farmaco).
I dubbi dei virologi e di Ema
Sulla tipologia del siero si sa che la terza dose del vaccino quasi sicuramente sarà del tipo mRna. In questo caso si utilizzeranno i vaccini di Moderna o Pfizer.
I dubbi non sono sulla terza dose del richiamo, la quale sicuramente si farà, ma a quali soggetti verrà inoculato. Molti virologi, infatti, nutrono tante perplessità circa sull’opportunità o meno di un nuovo richiamo generalizzato.
Dello stesso avviso, peraltro, è anche l’Ema (Agenzia Europea del Farmaco) che dichiara: “Sulla base delle prove attuali, non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini a individui completamente vaccinati nella popolazione generale“.
Proprio oggi l’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha chiesto una moratoria per la terza dose almeno fino a fine anno, questo al fine di “permettere ad ogni Paese di vaccinare almeno il 40% della sua popolazione“.