Squid Game, il fenomeno virale fa scattare l’allarme nelle scuole

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Squid Game è una popolarissima serie TV coreana in onda su Netflix che sta diventando virale, purtroppo, anche tra i bambini: un fenomeno mediatico che, purtroppo, sta avendo ripercussioni anche nell’ambiente scolastico. Come riporta il ‘Corriere della Sera’, è già scattato l’allarme per i giochi violenti in stile ‘Squid Game’, arrivati anche nelle classi delle scuole elementari, persino in quelle materne. Di che cosa si tratta e perché molte insegnanti si stanno preoccupando?

Squid Game, scatta l’allarme nelle scuole per i nuovi giochi violenti dei bambini

Squid Games è una delle serie più viste del momento anche se, è opportuno sottolineare, come sia stata vietata alla visione dei minori di anni 14: soprattutto sta diventando un caso anche nelle scuole. La trama di ‘Squid Game‘ parla di un macabro gioco a cui sono chiamati a partecipare centinaia di uomini e donne che, non avendo nulla da perdere nella loro esistenza, accettano di mettere a repentaglio la propria vita con la speranza di migliorarla aggiudicandosi il ricco premio finale.

Si tratta di 456 partecipanti per sei sessioni di gioco. Chi perde non viene semplicemente eliminato, ma addirittura ucciso. Il protagonista della serie è un quarantenne disoccupato e dipendente dalle scommesse: l’uomo vive con la madre malata ed è oppresso dai debiti. Quando gli viene offerta la possibilità di partecipare a un gioco da cui ricavare molti soldi, Seong Gi-hun decide di accettare, anche se non sa a cosa sta andando incontro. Si risveglia in un luogo simile a una prigione, con diversi sorveglianti mascherati che regolano tutte le attività: l’uomo si ritrova in compagnia di disperati come lui che hanno accettato una sfida diabolica che consiste nel partecipare a giochi per bambini come “un, due, tre stella”. Chi perde il gioco, viene ucciso.

La professoressa Anna Oliverio Ferraris, ordinario di Psicologia dello sviluppo dell’Università La Sapienza di Roma, ha spiegato cosa sta succedendo tra i bambini: ‘In effetti i bambini imparano molto per imitazione e i personaggi che vincono, che hanno un potere sugli altri, attirano molto la loro attenzione, perché essi si percepiscono in una posizione di inferiorità rispetto agli adulti. Se poi i personaggi ‘forti’ vengono proposti in un videogioco dagli stessi adulti, si sentono incoraggiati a imitarne i comportamenti’.

Allarme nelle scuole

Sono già diversi i casi di ‘emulazione’ da parte dei bambini, segnalati in alcune scuole. In una classe di terza elementare di Torino, gli alunni si sono messi a giocare in cortile a ‘un due tre stella‘ nella versione di ‘Squid Game’. Chi perde veniva ‘eliminato’ con il gesto dello sparo o prendeva degli schiaffi. 

La preside dell’Istituto ‘Duca d’Aosta’, Serenella Cuiuli, ha dichiarato: ‘Le maestre si sono accorte che quel gioco non era normale e sono intervenute. Si sono fatte spiegare la storia dai bambini e hanno scritto ai rappresentanti di classe invitando le famiglie a prestare più attenzione a quel che guardano i figli fuori da scuola’.

E se alcuni bambini si rifiutano di giocare? In una scuola media della provincia di Alessandria, gli zaini di alcuni ragazzi sono stati svuotati fuori dalle finestre perché si erano opposti al gioco. Nella serie, infatti, una delle regole è proprio quella che non ci si può ritirare dal gioco. 

La petizione

Dal 21 ottobre è disponibile una petizione sulla piattaforma Change.org per bloccare la serie TV. Ne ha parlato Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina: ‘Ci siamo già attivati con l’AgCom, mentre abbiamo chiesto di incontrare il Garante infanzia e adolescenza per rappresentare il disagio vissuto da tante famiglie. 

Zoppi non ha voluto entrare nel merito del prodotto televisivo, ma in ogni caso ha proposto la ‘censura’ come unica soluzione. ‘Gli argini a tutela dei più piccoli non hanno retto – ha dichiarato Zoppi – tanto vale domandarsi se davvero ha ancora senso indicare un limite di età alla visione di un contenuto’.

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