Valutazione docenti, quale e quando il piano di Bianchi?

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In questi giorni varie testate giornalistiche stanno dedicando spazio al tema della valutazione docenti che costituisce uno dei punti dell’Atto di Indirizzo del ministero Bianchi: la questione sta suscitando tante perplessità tra gli insegnanti, opinioni contrastanti e ha dato inizio a varie polemiche. Soprattutto perché ancora non si conoscono le reali intenzioni del Ministro: quando e quale sarà il suo piano in merito?

Precisazioni di Bianchi sulla valutazione docenti

Per smentire voci su presunti voti e pagelle ad insegnanti e DS circolanti nei giorni scorsi, dal Ministero arriva una nota di chiarimento: viene precisato che la valutazione docenti non avrà carattere punitivo né interferirà con gli stipendi e la carriera del personale. Avrà come obiettivo il miglioramento della qualità dell’offerta didattica, per rispondere al meglio alle esigenze educative e formative degli studenti italiani. Quindi solo una raccolta di dati da analizzare per individuare i punti deboli dell’istruzione e migliorarne l’offerta.

Così infatti si legge: “Si lavora alla valorizzazione e formazione del personale, non con l’obiettivo di assegnare voti. Anche il potenziamento del corpo ispettivo è inteso come sostegno alle scuole e alla loro autonomia”.

Ricorso all’Invalsi per la valutazione docenti?

Ispettori e comitati di valutazione di ogni scuola attraverso l’Invalsi avrebbero uno strumento per la valutazione docenti e delle attività offerte all’interno del singolo istituto: i dati che ne scaturirebbero costituirebbero uno strumento per raggiungere il miglioramento auspicato. Per Bianchi si deve svolgere la valutazione delle attività didattiche all’interno della collegialità della scuola, restando l’autonomia scolastica il “perno” fondamentale.

L’Invalsi dovrebbe produrre delle griglie che aiuterebbero i comitati di valutazione previsti dalla Buona scuola di Renzi ad individuare i punti di criticità dell’istituto. Le commissioni interne in questo modo attraverso linee guida proposte dal sistema di valutazione nazionale potrebbero valutare la propria attività didattica e ottimizzarla.

Cosa ne pensano i presidi?

Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi Lazio, in un’intervista al ‘Corriere della Scuola’, afferma che, da tempo, i presidi richiedono un’adeguata valutazione dei docenti, non solo sociale. “Serve una bussola per riconoscere e valorizzare insegnanti capaci ma mettere gli altri in condizione di migliorare”.

Anche Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, in un’intervista all’Ansa esprime parere positivo. “Occorre dare ruolo maggiore ai dirigenti scolastici e ai comitati di valutazione interni alle scuole” afferma. Inoltre, sostiene che sarebbe necessario un numero maggiore di ispettori, uno per dieci scuole.

Quando il piano?

Al momento non vi è nessuna ufficializzazione del piano sulla valutazione docenti di Bianchi: le informazioni si basano solo su quanto è contenuto nell’Atto di Indirizzo presentato e sulle recenti dichiarazioni del Ministro. Non si possono prevedere neanche i tempi per una possibile attuazione, poichè, al momento, altre sono le questioni che bollono nel calderone del Ministero: Legge di Bilancio, aumenti contrattuali, bandi concorsuali, classi pollaio. Stando così le cose, quindi, occorre solo aspettare le future manovre ministeriali.

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