Stipendi: Scuola, Docenti e UE, il grande divario  

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Di seguito il comunicato stampa giunto alla nostra redazione da parte del Sindacato Generale di Base – SGB. L’interessante contenuto si sofferma sulla questione degli stipendi degli insegnanti e sul divario che esiste tra i vari stati europei e l’Italia.

Scuola, Docenti e UE: il grande divario

Gli insegnanti in Italia sono ben pagati? Quali prospettive di aumento di stipendio hanno man mano che avanzano nella loro carriera? Gli insegnanti hanno guadagnato o perso potere d’acquisto negli ultimi anni? 

Viene il magone misto ad ira, leggendo il dato annuale dell’Eurydice “Teachers’ and school heads’ salaries and allowances in Europe 2019-20” riferito ai lavoratori del mondo della scuola. Da cinque anni le retribuzioni dei docenti italiani sono ferme.

Un po’ di “retro storia” e “retro pensiero”, a partire dall’ex ministro Stefania Giannini, la quale in un famoso talk-show disse : “Se la base stipendiale per il pubblico impiego sarà aumentata sarò la prima che farà la battaglia per aumentare gli stipendi dei docenti”.

Qualche anno dopo, l’ex Ministro Valeria Fedeli, nei vari salotti televisivi affermava: “lo stipendio di un insegnante dovrebbe aggirarsi intorno ai tremila euro al mese. Correva l’A.D. 2016.

Un’apparizione e sparizione per l’ex Ministro Marco Bussetti. 

Qualche anno dopo, l’ex Ministro Lorenzo Fioramonti, parlava di aumenti a tre cifre. Correva l’A.D. 2019.

Stesse promesse (incremento retribuzioni) con il subentro della Ministra Lucia Azzolina. Correva l’A.D. 2021. 

Il 13 febbraio 2021,a dirigere il Ministero dell’Istruzione arriva l’economista e accademico italiano Patrizio Bianchi il quale mette subito le mani avanti: “Mi sto facendo portatore della dignità di tutta la scuola”. Ed ancora: “siamo perfettamente consci che la mia attività propria è l’atto di indirizzo. mentre la parte contrattuale deve coinvolgere il Governo nel suo insieme“.

Quanti Governi, ministri, sottosegretari, dirigenti sindacali ecc. devono passare ? Nonostante tutte queste dichiarazioni di principio, rimane un divario importante che vede un dirigente scolastico guadagnare il doppio di un professore, con alle spalle un servizio di sedici anni e passa.

Il Rapporto “penoso” di Teachers’ and school heads’ salaries and allowances in Europe 2019-20 dove si evince una forte differenza salariale tra gli Stati EU e l’Italia, dove la paga d’ingresso di un insegnante oscilla tra i 21 e i 28 mila euro annui, mentre in Germania, Lussemburgo, Danimarca e Svezia si va anche oltre i 50mila annui.

In questo contesto “storico” dovuto alla pandemia, dobbiamo sederci attorno ad un tavolo per mettere la parola fine ad un contratto che mortifica la professionalità dei nostri docenti, padri della futura cultura dei nostri figli.

Diceva, quarant’anni fa, Franklin Delano Roosevelt, 32° Presidente degli Stati Uniti :  “La scuola deve essere l’ultima spesa su cui l’America è disposta a economizzare

Bisogna guardare con grande interesse alle vicende della scuola. Di scuola viva c’è bisogno: oggi più che mai c’è bisogno di un autentico rilancio della scuola, che la liberi dalla burocratizzazione in cui è caduta negli ultimi anni e dalla condizione di parcheggio a cui spesso è stata piegata, a partire dai suoi docenti.

Sindacato Generale di Base – SGB

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