Pensione anticipata: quali sono le ipotesi al vaglio del governo?

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Nuove indiscrezioni riguardo alla pensione anticipata. Dopo l’imminente fine della Quota 100, la situazione appare incerta e voci di corridoio vorrebbero che, dopo il programma di Quota 102, si torni alla tanto ‘odiata’ riforma Fornero. Insomma, su tale tema c’è un grande fermento in Italia. Il governo, intanto, ha già presentato alcune misure in Legge di Bilancio. Ora il testo dovrà passare alle Camere. Il governo Draghi sembra però voler presentare nuovi interventi che possano soddisfare anche i sindacati.

Pensione anticipata per tutti?

Quale sarà il futuro del pensionamento in Italia? L’ipotesi allo studio parla di una pensione anticipata per tutti, tramite il ricalcolo dell’assegno contributivo. Questa manovra potrebbe essere comparata a una Opzione Donna per tutti. Le intenzioni sembrano proprio ripartire prendendo come punto di riferimento proprio il Modello Opzione Donna. L’esecutivo ha deciso di rinnovare il modello per un altro anno, alzando l’età pensionabile a 61 anni per le lavoratrici autonome, 60 per le dipendenti.

Le previsioni per il 2022

L’85% dei pensionati sarà nel 2022 nel cosiddetto sistema misto, che si basa su una quota retributiva sempre più piccola maturata fino al 1995 e poi tutto contributivo. In concreto, si avrà un assegno per il 65% calcolato secondo il metodo contributivo, basato dunque non sugli ultimi stipendi, bensì sui contributi versati. In tal modo, come fa notare Orizzonte Scuola, il “taglio”, ovvero il sacrificio del ricalcolo”, diverrebbe sempre più modesto. Secondo l’Inps, 297.320 è la platea di lavoratrici e lavoratori ancora tutti nel retributivo al 31 dicembre 2020: hanno tra 57 e 67 anni e almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, prima della riforma Dini, ovvero, l’1,3% appena totale dei lavoratori.

La proposte dei sindacati

Le ultime proposte da parte dei sindacati, pubblicate sulle loro piattaforme, vorrebbero i 62 anni come età di uscita o, in alternativa, i 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. La situazione attuale è molto complessa e il buonsenso richiede qualche compromesso e venirsi incontro l’uno con l’altro. Soliderietà e mediazione che alla fine potrebbero accogliere la soluzione conosciuta come “proposta Nannicini“: uscita a 64 anni di età con 20 di contributi e ricalcolo contributivo dell’assegno.

I vantaggi di Opzione Tutti

Come riporta ‘Repubblica’, Opzione Tutti avrebbe più di un vantaggio: “Sarebbe triplice concedere libertà di scelta – esco quando voglio, ma prendo quanto versato – , pesare sui conti solo come anticipo di cassa e non come spesa viva, appaiare vecchie e nuove generazioni”. Il governo chiede che venga convocato “subito il tavolo ed aprire il cantiere sulle pensioni e su una riforma fiscale che riduca sensibilmente il carico su lavoratori e pensionati”.

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