Riforma pensioni 2022: dal governo Draghi arriva il via libera anche per quanto riguarda l’uscita anticipata attraverso i contratti di espansione. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Contratti di espansione 2022
Per quanto riguarda il tema pensionistico siamo attualmente arrivati agli ultimi giri di boa ed il Governo sembra ormai pronto a tirare le fila su una questione quanto mai delicata e spinosa.
Ad oggi infatti, oltre che a parlare di Quota 102, della proroga di Opzione donna e del potenziamento dell’Ape sociale, l’esecutivo torna ad occuparsi anche dei contratti di espansione.
In particolare, secondo le ultime novità, il prolungamento della formula di accompagnamento all’uscita dal lavoro avrà durata di due anni.
Ma vediamo ora quali saranno i termini ed i requisiti per lasciare il mondo del lavoro fino a 5 anni prima.
Termini e requisiti
Come anticipato all’inizio del nostro articolo, il governo Draghi ha deciso di riconfermare per un altro biennio i contratti di espansione. Ma di cosa si tratta esattamente?
Il contratto di espansione, di fatto, è una forma volontaria di accompagnamento alla pensione che permette ai dipendenti di lasciare il lavoro fino a 5 anni prima della soglia di vecchiaia (67 anni). Il tutto regolato attraverso un accordo tra azienda e sindacati.
In questo modo, il lavoratore percepisce un assegno di pensione a carico dell’azienda, pari a quanto maturato al momento dell’uscita.
A tal proposito, sembra proprio che a partire dal prossimo anno questo meccanismo andrà incontro ad un ulteriore potenziamento.
Stando, infatti, a quanto inserito all’interno della Legge di Bilancio 2022, il contratto di espansione arriverà a comprende le aziende di piccole-medie dimensioni, con un minimo di 50 dipendenti. Soglia che si potrà, inoltre, raggiungere anche con le aggregazioni stabili di impresa.