Classi pollaio. La riflessione è durata dodici anni. Ora si tratta di concludere. Il governo lascia intuire il percorso che si concluderà con una soluzione minimale. Rappresenta un piano lontano dal radicalismo della prima ora di Lucia Azzolina.
Classi pollaio, una discussione lunga dodici anni
Classi pollaio. Una riforma voluta da Tremonti e Gelmini ha dodici anni. In questo periodo molte sono state le discussioni, soprattutto a sinistra e rivolte a una loro abrogazione. Se si esclude il tentativo di Azzolina, prima firma del disegno di legge (5 luglio 2018), è lecito affermare che la montagna abbia partorito il topolino! In altri termini: nessuna abolizione! L’impedimento è stato rappresentato dal costo significativo. La proposta legislativa di Azzolina aveva stimato un impegno di spesa stimabile in cinque miliardi (art. 1 comma 4).
Governo Draghi. L’anticipo estivo di una possibile riforma
Ora i tempi sembrano maturi per una riforma che porti all’abrogazione di questa iattura pedagogica. Il governo sta seminando “briciole di pane” che fanno intendere quale disegno intende perseguire.
Sicuramente non sarà una riforma che farà tabula rasa delle classi pollaio, come prospettato dal Disegno di legge-Azzolina. Si procederà in modo selettivo, intervenendo nelle situazioni maggiormente critiche, lasciando poi al decremento demografico il compito di concludere naturalmente il processo riformatore.
Ecco “le briciole di pane” che anticipano la revisione, facilitata anche dalle risorse messe a disposizione dal PNRR.
Due mesi fa, in occasione della elaborazione del Protocollo di sicurezza 2021-22, il Ministro ha assicurato il suo intervento sulle classi particolarmente numerose. I queste situazioni si interverrà con “lo stanziamento di apposite risorse che consentano di porre in essere azioni mirate e specifiche (più docenti, più ATA, attenzione agli aspetti logistici e all’ampliamento dell’offerta formativa,…) anche al fine di favorire il distanziamento interpersonale”.
La posizione governativa confermata nella legge di Bilancio
La scelta di un intervento selettivo è ribadita dalla legge di Bilancio. “Al fine di favorire l’efficace fruizione del diritto all’istruzione anche da parte dei soggetti svantaggiati collocati in classi con numerosità prossima o superiore ai limiti previsti a normativa vigente, il Ministero dell’istruzione è autorizzato, nei limiti di cui alla lettera d) del comma 2, a istituire classi in deroga alle dimensioni previste dal decreto del Classi pollaio, la legge di bilancio conferma i motivi che ne impediscono l’abrogazione”.
La sorpresa però viene dalla lettura del passaggio che aggiunge un nuovo tassello: l’invarianza numerica del personale scolastico. E’ possibile derogare alla gabbia della normativa vigente (D.P.R.81/09): “nelle scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica individuati con il decreto di cui al comma 2 e nel limite delle risorse strumentali e finanziarie e della dotazione organica di personale scolastico disponibili a legislazione vigente”.