Il doppio canale di reclutamento, per diverse forze politiche e i sindacati della scuola appare l’unica via per la lotta la precariato. Ieri il ministro Bianchi ha annunciato l’arrivo della riforma del reclutamento entro la fine dell’anno. Domani è prevista la presentazione delle prime misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) relative al settore Istruzione, che includono il reclutamento degli insegnanti. Ma cosa si prospetta?
La riforma del reclutamento di Bianchi
Cosa prevede, al momento, la riforma del reclutamento di Bianchi? Secondo le anticipazioni, per diventare insegnante nel prossimo futuro servirà l’abilitazione. Questa potrà ottenersi con 60 crediti universitari nel settore pedagogico, di cui 24 ottenuti tramite tirocinio, così da essere avviati alla professione docente.
Chi si abilita così, avrà accesso ad un concorso semplificato, probabilmente strutturato con una sola prova scritta a risposte chiuse. Chi supera il concorso si troverà ad affrontare l’anno di formazione e prova, con valutazione finale. Per accedere al ruolo, la valutazione dovrà essere positiva.
Maggiori dettagli, probabilmente, arriveranno domani con la presentazione fatta dal Ministro.
E il doppio canale per i precari non abilitati?
Ma la soluzione per i precari non abilitati, in questo progetto, dove sta? Come detto sopra, diversi esponenti politici con l’appoggio dei sindacati della scuola, hanno chiesto l’apertura di un dialogo sul doppio canale di reclutamento.
L’obiettivo è la lotta al precariato, permettendo a chi attualmente non ha ancora l’abilitazione ma già lavora da anni nella scuola, di ottenerla e poter ottenere l’immissione in ruolo. La richiesta è una fase transitoria, con assunzione per titoli e servizio dei docenti con almeno tre anni di esperienza, e la previsione di percorsi abilitanti.
Al momento non sembra esserci un riscontro ufficiale da parte del Governo, ma considerando quanto successo con la fase straordinaria di assunzioni da GPS dello scorso anno (pochissimi assunti per assenza di abilitati), è difficile, pensare che l’idea non venga perlomeno presa in considerazione. Nel frattempo, restiamo in attesa delle conferme sul futuro del reclutamento e dell’abilitazione.