Anticipazioni riforma reclutamento docenti: nuove regole per poter insegnare

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Riforma reclutamento docenti, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha confermato, qualche giorno fa, il varo del nuovo sistema per il reclutamento dei docenti con le nuove regole per diventare insegnanti. In che cosa consisterà? Quali saranno le principali novità contenute nella nuova riforma legata al PNRR?

Riforma reclutamento docenti: tra 60 CFU, concorsi e anno di prova

Il progetto del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e della ministra dell’Università, Cristina Messa, sembra ormai tracciato. Dopo i vari Ssis, TFA, PAS, lauree abilitanti per infanzia e primaria e percorsi FIT si arriverà all’obbligo dei 60 CFU da conseguire naturalmente insieme alla laurea. 

L’ARTE DI INSEGNARE: CONSIGLI PRATICI PER INSEGNANTI DI OGGI

Come sottolinea il quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’, l’obiettivo sarà quello di legare la formazione iniziale del docente all’abilitazione attraverso l’innesto, durante il corso di laurea oppure ‘a fianco’, dei 60 CFU, di cui 36 riguardanti contenuti psico-pedagogici-didattici e 24 di tirocinio.

E i precari non abilitati che, da anni, stanno comunque svolgendo servizio nella scuola pubblica italiana? Per loro si sta pensando a un riconoscimento del servizio svolto sinora, con l’eliminazione dei 24 CFU relativi al tirocinio: in buona sostanza, ‘basteranno’ i 36 CFU psico-pedagogici-didattici.

Ecco come dovrebbe funzionare la nuova riforma

Secondo il progetto del governo, ogni ateneo, in autonomia, provvederà alla distribuzione dello svolgimento dei 60 CFU integrati con le discipline di base e caratterizzanti dei corsi di studio.

Sempre secondo quanto riporta ‘Il Sole 24 Ore’, ci sarebbe in ballo un’altra ipotesi (sponsorizzata dal Partito democratico) che riguarda il conseguimento dei CFU in parallelo utilizzando dei centri di ateneo sul modello dei “Cla” linguistici. 

INTELLIGENZA EMOTIVA – Il potere delle emozioni e dei sentimenti

L’obiettivo del governo sarebbe quello di rendere abilitanti tutte le lauree, come già sta avvenendo con Scienze della Formazione Primaria: sarà necessario, comunque, un certo periodo di tempo affinché le università possano adeguarsi alle nuove disposizioni. Occorre, comunque, considerare che sono oltre 600mila i docenti non ancora abilitati inseriti nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze: un vero e proprio ‘esercito’ se consideriamo che i docenti di ruolo sono circa 850mila, tra posti comuni e sostegno. 

Una cosa è certa: negli ultimi 20 anni, ben sei volte sono cambiate le regole d’accesso alla professione insegnante, un vero e proprio record. Purtroppo, il precariato, anziché diminuire, continua ad aumentare.

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