Tra le tante questioni che il Ministero dell’Istruzione e il governo devono affrontare vi è anche la mobilità del personale docente per l’anno 2022/23: le contrattazioni in merito sono partite, il Ministero ha dato avvio al confronto con i sindacati ma l’agitazione sindacale in corso rallenta il tutto. Oltre al problema del vincolo triennale i tanti docenti interessati devono fare i conti anche con la quantità dei posti disponibili.
A che punto siamo sulla mobilità?
Sono iniziati già da qualche settimana i lavori di contrattazione per il rinnovo del CCNI valido per il triennio 2022/25: occorre infatti definire le modalità con cui avverranno i prossimi movimenti inerenti la mobilità, già a partire dal prossimo anno scolastico. I lavori vanno a rilento anche a causa dell’agitazione sindacale proclamata da parte di vari sindacati, infatti al momento non ci sono grandi novità in merito. Alcuni partiti politici iniziano a presentare degli emendamenti alla Legge di Bilancio: il PD, ad esempio, richiede la soppressione del vincolo e l’assegnazione provvisoria per i docenti.
Potrebbero essere troppo pochi i posti disponibili per i trasferimenti
I tanti docenti rimasti immobilizzati dalla normativa in vigore hanno anche un’altra questione a cui prestare attenzione: oltre al vincolo triennale che, al momento, sembrerebbe permanere, dovranno fare i conti con la quantità di posti disponibili. Questi, infatti, potrebbero essere in numero complessivo non sufficiente per soddisfare le richieste di mobilità che perverranno: di certo rientreranno tra la disponibilità i posti che si libereranno a seguito dei pensionamenti relativi al 2022/23. Al momento non si hanno comunque dati quantificabili relativi al prossimo turnover.
Non si dovrebbero prendere in considerazione ai fini dei trasferimenti i posti rimasti vacanti dalle immissioni in ruolo effettuate per l’anno scolastico corrente: il Decreto Sostegni Bis infatti ha stabilito che si destineranno tali posti ad un prossimo nuovo concorso straordinario, di cui tuttavia al momento non vi è traccia.
Inoltre, occorre poi considerare l’aliquota del 50% dei posti disponibili destinati alla mobilità ripartita tra passaggi di ruolo/cattedra e trasferimenti: ad ora non vi è stata ancora una definizione con i sindacati delle percentuali da destinare ad entrambi i movimenti.
Resta solo aspettare che i lavori procedano velocemente e che vengano accolti gli emendamenti politici presentati.