Fervono i lavori a viale Trastevere per la futura formula di reclutamento riservata ai docenti del domani. Nonostante non siano stati ancora espletati tutti i concorsi banditi per l’immissione in ruolo nelle scuole di ogni ordine e grado, il ministro Patrizio Bianchi guarda già avanti. Le (eventuali) lauree abilitanti, tanto discusse negli ultimi tempi, permetteranno agli studenti universitari di acquisire l’abilitazione all’insegnamento già durante il loro iter di studi. In seguito è previsto un concorso costituito da una prova scritta e da un eventuale corso di formazione. Tutte ipotesi al momento, che tuttavia delineano un’idea chiara su quello che potrebbe essere il futuro reclutamento dei docenti. Tuttavia, che ne sarà dei precari storici che, pur non essendo abilitati, sono già laureati e attivi da anni nel mondo della scuola?
Questione precari storici: otterranno l’abilitazione?
Un vero e proprio dilemma quello che attanaglia diversi sindacati riguardo al futuro dei precari storici non abilitati. Al momento nulla è sicuro. Sono lecite soltanto alcune ipotesi (non assolutamente vincolanti) su quello che potrebbe attendere tale categoria di insegnanti nei prossimi anni. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore, per i supplenti che hanno già la loro esperienza, il Ministero potrebbe garantire loro uno sconto sui cfu, tramite l’eliminazione del tirocinio che invece gli studenti non ancora laureati dovrebbero essere tenuti a svolgere. Questi ultimi, per abilitarsi, dovranno maturare almeno 60 CFU.
Titolo abilitante estero
Sono sette anni da quando oramai è stato espletato l’ultimo TFA volto all’abilitazione di docenti precari e neolaureati. Una possibilità di ottenere l’abilitazione è rappresentata dal riconoscimento di un titolo ad hoc ottenuto in un paese estero. Come riporta il sito del Ministero, chi ha conseguito un simile titolo in un paese UE (o non UE) può chiederne il riconoscimento ai sensi della direttiva della direttiva 2013/55/UE, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 15 del 28 gennaio 2016.
Al momento è possibile chiedere il riconoscimento di un titolo abilitante estero per le professioni elencate di seguito:
- docente di scuola dell’infanzia;
- docente di scuola primaria
- docente di scuola secondaria di I grado
- docente di scuola secondaria di II grado
Nel caso in cui il titolo conseguito abbia gli opportuni requisiti (dopo attenta analisi da parte degli addetti ai lavori) per essere considerato effettivamente abilitante nello stato italiano, l’interessato potrà essere inserito nelle graduatorie I fascia GPS.
La via dei PAS e del concorso straordinario abilitante
Un’altra speranza per i precari storici di ottenere la tanto agognata abilitazione è il possibile percorso PAS. Secondo la proposta del senatore della Lega, Mario Pittoni, il nuovo PAS non dovrebbe prevedere una preselezione, ma dovrebbe essere aperto a tutti i supplenti con almeno 36 mesi di servizio alle spalle. Non dimentichiamoci, inoltre, che un’altra strada concreta per poter passare in I fascia GPS sarà il superamento del concorso straordinario abilitante. Bandito nel corso del 2020, però, non si hanno più notizie in merito.
Il punto di Fratelli d’Italia
Lo scorso novembre i parlamentari Bucalo e Frassinetti (Fratelli d’Italia) hanno proposto alcune interessanti considerazioni riguardo alla valorizzazione dei precari storici, tracciando proprio un’analisi relativa ai termini “precari” e “storici” accostati ai docenti: “La scuola registra un paradosso di termini nell’accostare al sostantivo ‘docenti’ due aggettivi antitetici: ‘precari’ e ‘storici’ – hanno detto – Se infatti la precarietà implica una condizione di instabilità temporanea, la storicità ne implica una radicata nel tempo. In Italia, invece, abbiamo questa strana ‘figura’: il ‘docente precario storico’. Un evidente paradosso che il ministro Bianchi pare voler mantenere”.