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Consiglio dei Ministri

Scuola e rischio didattica a distanza, l’aumento esponenziale dei casi Covid tra i giovani e l’inevitabile incremento delle classi scolastiche in quarantena impone al governo l’ennesimo sforzo per evitare che si torni alla DAD. Per questo motivo l’esecutivo sta mettendo in campo un piano che prevede 11 laboratori in otto regioni in grado di affiancare l’enorme lavoro a cui sono chiamate le ASL.

Scuola, il governo mette a punto un nuovo piano anti DAD

Come viene riportato dal quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’, il governo ha deciso di mettere in atto questo piano anti didattica a distanza solamente poche ore dopo il chiacchierato ‘dietrofront’ sulla Circolare ministeriale che aveva disposto la DAD con un solo positivo in classe: una disposizione che, poi, il premier Draghi ha provveduto a rettificare, tornando alle regole precedenti.

Dunque, in aiuto del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, arriva il Ministero della Difesa che metterà in campo undici laboratori in otto regioni per sostenere l’enorme mole di lavoro svolta dalle Asl. Il programma di testing, pertanto, sarà rafforzato grazie all’impiego di laboratori di biologia molecolare dell’esercito.

I dati forniti dal Ministero dell’Istruzione

I dati forniti dal Ministero dell’Istruzione sono tutt’altro che confortanti. Il 4 per cento delle classi delle scuole primarie e medie inferiori sono già in DAD: per la precisione, il 2,6% di primarie e l’1,4% di secondarie. Anche la sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, Barbara Floridia, ha rimarcato l’impennata di casi tra i più giovani, seppur abbia parlato di ‘situazione sotto controllo’ e che ‘la scuola in presenza è prioritaria‘ per il governo. Per quanto riguarda i dati relativi al personale scolastico, i numeri sono confortanti visto che si parla di immunizzazione del 95 per cento.

Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, ha sottolineato come le scuole stanno facendo quello che devono fare ma anche le ASL sono chiamate a fare la loro parte: purtroppo, l’operato delle aziende sanitarie locali risulta attualmente insufficiente perché non riescono a fare quello che dovrebbero fare, ovvero i tamponi, il tracing e la comunicazione delle quarantene.