Continuano ad aumentare i casi Covid nel nostro Paese, tanto da spingere il governo Draghi a restare fermo sulle nuove misure adottate: green pass base e rafforzato a seconda delle situazioni, obbligo del vaccino, ritorno alla colorazione delle regioni. L’aumento dei contagi si registra in modo particolare nelle scuole, soprattutto nella fascia non vaccinata: proprio la scuola continua ad essere pertanto una sorvegliata speciale. Si continua con le lezioni in presenza.
Crescita dei casi Covid a scuola
Crescono i contagi in Italia e il governo tira dritto con le misure adottate il 26 novembre scorso ed entrate in vigore ieri 6 dicembre: nessuna deroga infatti, almeno per il momento, relativamente al green pass per gli studenti che giornalmente usufruiscono dei mezzi di trasporto pubblici per recarsi a scuola.
Del resto, i casi Covid aumentano maggiormente tra gli alunni ed il personale scolastico: pochi giorni fa la sottosegretaria Barbara Floridia aveva comunicato che le classi poste in quarantena secondo gli ultimi dati disponibili riferibili al 20 novembre sono il 2,6% per il primo ciclo e l’1,4% per il secondo. La differenza si spiega poiché gli alunni della scuola dell’infanzia e primaria non sono ancora vaccinati: gli studenti più grandi, invece, grazie alla vaccinazione sono più coperti.
Nonostante ciò, il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Locatelli qualche giorno fa a “ilfattoquotidiano.it” ha affermato che “la scuola deve avere la priorità assoluta. Ad oggi non abbiamo mai parlato di chiusura degli istituti prima di Natale”, escludendo la possibilità di attivare la Dad nel periodo precedente le vacanze natalizie. Il capo del CTS esprime la necessità di fare tutto il possibile affinchè il percorso formativo degli studenti resti in presenza.
Giannelli: ‘Scuola sotto controllo, nessun paragone rispetto all’anno scorso ma necessita l’intervento di Figliuolo’
Nonostante l’aumento dei casi covid all’interno delle scuole, tuttavia, la situazione attuale non è paragonabile a quella dello scorso anno. Ad affermarlo è Antonello Giannelli (ANP) a “RES Publica” su Cusano Italia TV: il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi comunica che al momento 10 mila sono le classi in DAD su un totale di 400 mila, sottolineando la profonda differenza con la condizione dell’anno passato.
In un’intervista al ‘Sole 24 ore’, Giannelli afferma che “per ridurre il ricorso alla Dad l’esercito e il generale Figliuolo dovranno essere subito operativi e risolvere due questioni su cui, finora, moltissime Asl hanno fallito, o non sono riuscite fino in fondo. Primo: garantire un testing tempestivo. Secondo: in caso di contagio, far partire all’istante il tracciamento che permette l’individuazione dei contatti del positivo”. Occorre intervenire su questi due aspetti per tutelare le lezioni in presenza, poiché altrimenti lo stesso protocollo anti Covid sarebbe inutile. E sui dirigenti non possono ricadere tutti gli oneri.