Riforma reclutamento docenti, salta dead line Bianchi?

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Riforma reclutamento docenti, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha confermato nei giorni scorsi il proprio impegno in merito alla riforma del sistema di reclutamento docenti, senza dubbio la più attesa delle sei riforme collegate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Bianchi, a questo proposito, in occasione del suo intervento a Job&Orienta, la più importante fiera italiana dedicata all’Orientamento, alla Scuola, alla formazione e al lavoro, aveva annunciato l’arrivo della riforma entro fine anno. La dead line fissata dal ministro, però, rischia seriamente di non essere rispettata.

Riforma reclutamento docenti entro fine anno?

La nuova riforma del reclutamento docenti potrebbe essere inserita in un decreto di fine anno anche se, come riporta anche ‘Orizzonte Scuola’ non è assolutamente da escludere l’ipotesi di uno slittamento ai primi mesi del 2022, con la pubblicazione di un decreto scuola ad hoc.

Un post pubblicato dal vicepresidente della Commissione Cultura al Senato, Mario Pittoni, andrebbe in quest’ultima direzione. Si legge, infatti: ‘Si va verso un tavolo specifico per la scuola. Speriamo non serva solo a prendere tempo col rischio che decisioni importanti arrivino troppo tardi…’

La riforma del reclutamento docenti dovrebbe prevedere l’acquisizione di 60 CFU, 24 dei quali, però, dovranno essere legati al tirocinio: la partecipazione ai concorsi (semplificati come disposto dal decreto firmato la scorsa primavera dal ministro della PA Renato Brunetta) dipenderà, quindi, dall’ottenere l’abilitazione tramite i 60 CFU.

Secondo quanto riporta il quotidiano economico ‘Il Sole 24 ore’, i precari ‘storici’ potrebbero ottenere uno ‘sconto’ per quanto riguarda il numero dei crediti universitari: dovrebbero bastare 36 CFU (riguardanti contenuti psico-pedagogici-didattici) per l’abilitazione, non considerando, quindi, i 24 CFU strettamente collegati al tirocinio.

Spunta l’ipotesi di un decreto scuola ad hoc nei primi mesi del 2022

Dovremo, comunque, attendere il varo della riforma per avere conferma del progetto costruito dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e dalla ministra dell’Università, Maria Cristina Messa. Come detto poc’anzi, considerando i tempi estremamente ridotti e l’approvazione della Legge di Bilancio da condurre in porto entro il 2021, è alquanto difficile pensare che possa essere rispettata la dead line del ministro, fissata anch’essa per il 31 dicembre.

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