Riforma reclutamento e stipendi, ‘proveremo ad ottenere il massimo’ (INTERVISTA a R. Sasso)

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Riforma reclutamento e aumento degli stipendi del personale della scuola sono due dei temi più caldi di queste settimane. Ne abbiamo parlato brevemente con il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso questo pomeriggio, che gentilmente ha risposto ad alcune nostre domande.

Riforma reclutamento: e i precari storici?

Bianchi ha promesso una riforma del reclutamento entro dicembre. Ma non è ancora chiaro quale via si intenda imboccare per risolvere il problema del precariato storico. Abbiamo chiesto all’On. Sasso:

Cosa possono aspettarsi i precari storici? C’è in cantiere una soluzione per loro?

“La riforma del reclutamento è uno dei punti chiave del PNRR per quanto riguarda la scuola, ma sarebbe opportuno non limitarsi al medio-lungo periodo e cercare anche soluzioni nell’immediato. Purtroppo sul tema dei precari storici ci sono diverse sensibilità tra le varie forze politiche che compongono la maggioranza. Il Movimento 5 Stelle, in particolare, ha sempre rifiutato pregiudizialmente qualsiasi tentativo di arrivare a una sintesi nell’interesse della scuola e di quei lavoratori a cui non vengono riconosciuti diritti sacrosanti.

La posizione della Lega è chiara: coloro che sono nella scuola da oltre 3 anni andrebbero stabilizzati al termine di un ulteriore anno di insegnamento e formazione, con una verifica alla fine di questo periodo. Il che non vuol dire opporsi al regolare svolgimento dei concorsi ordinari, ma prevedere un doppio binario per mettere fine a un’anomalia che anche l’Unione europea ha rilevato e sanzionato e che non può ricadere per sempre sulle spalle dei lavoratori.”

Aumento stipendi: non si può fare di più?

Sul tema stipendi, abbiamo posto al segretario Sasso la domanda che rimbalza nella mente di tutti. Davvero non è possibile ottenere di più? Gli abbiamo chiesto:

Tanta delusione per l’importo degli aumenti degli stipendi. Davvero non si può sperare in qualcosa di più?

Lui ci ha risposto: “Anche su questo fronte il discorso parte da lontano: i nostri insegnanti guadagnano molto meno rispetto agli altri principali Paesi europei e, di conseguenza, è impossibile colmare questa differenza nel breve periodo. Bisogna procedere per passi successivi. Una delle maggiori criticità è che la pandemia ha fatto lievitare sensibilmente la spesa pubblica, quindi i margini di manovra a disposizione del ministero dell’Economia non sono enormi”.

Ma poi aggiunge: “C’è un’interlocuzione costante e proveremo ad ottenere il massimo, ma è chiaro che il momento storico non è dei più favorevoli”.

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