sciopero
sciopero

Oggi, venerdì 10 dicembre, il mondo della scuola è sceso in piazza sotto un unico motto “Adesso basta, la scuola si ribella”: in tante città italiane si sono formati cortei per protestare contro la mancata valorizzazione del comparto scuola da parte del governo. Di seguito un primo resoconto dello sciopero di oggi.

10 dicembre, giornata di sciopero per la scuola italiana

Oggi 10 dicembre nelle maggiori città italiane il mondo della scuola ha espresso il proprio malcontento verso la politica del governo: docenti, dirigenti, personale ATA, DSGA, supportati anche da studenti hanno sfilato per le vie più importanti per chiedere attenzione e fondamentalmente rispetto. Rispetto verso una realtà, la scuola, di fondamentale importanza per tutta la società, ma che purtroppo negli ultimi anni non ha ricevuto la giusta valorizzazione e importanza. Come sappiamo, ad indire lo sciopero sono stati  FLC CGIL, UIL Scuola, GILDA, SNALS, COBAS, CUB, Anief.

Bassa partecipazione

Il fulcro dello sciopero è stato a Roma, con il corteo che si è snodato da Porta San Paolo a Viale Trastevere. I primi dati pervenuti riferiscono tuttavia di un’adesione pari al 5,1%, percentuale piuttosto bassa per esprimere un segnale forte agli occhi di chi governa: in base ai dati provvisori trasmessi dall’Ufficio Relazioni Sindacali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, solo 21.815 lavoratori scolastici hanno aderito alla protesta.

Quali le possibili ragioni di tale minima partecipazione? Uno dei motivi potrebbe essere il clima di generale sfiducia che i docenti hanno verso il governo e chi li rappresenta: il solo fatto che i sindacati non abbiano abbracciato una linea comune, ma che la Cisl Scuola abbia deciso di seguire un’altra strada ha probabilmente potuto creare diffidenza e perplessità. Un altro motivo potrebbe essere legato alla decurtazione economica in caso di sciopero: in epoca Covid, scioperare diventa un lusso che tante famiglie non possono permettersi, soprattutto se lavoratori precari.