Riforma reclutamento docenti in arrivo, secondo quanto preannunciato dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Secondo le prime anticipazioni filtrate da Viale Trastevere, il nuovo sistema di reclutamento dovrebbe prevedere il conseguimento di 60 crediti formativi universitari, durante il proprio percorso di laurea: di questi, almeno 24 riguarderanno il tirocinio. Chi otterrà i 60 CFU otterrà l’abilitazione e potrà, di conseguenza, partecipare ai concorsi.
Riforma reclutamento docenti, il CUN esprime le proprie perplessità al Ministero dell’Istruzione
Secondo le anticipazioni riguardanti il prossimo decreto relativo alla riforma del sistema di reclutamento docenti, i concorsi (semplificati, come disposto dalla recente riforma Brunetta) dovrebbero prevedere una sola prova scritta a risposte chiuse. Chi riuscirà a superare la prova, potrà intraprendere l’anno di formazione e prova al termine del quale è prevista una valutazione finale. In caso di riscontro positivo, il docente potrà ottenere la conferma del ruolo.
Resterebbe da sciogliere il nodo ‘precari storici‘: secondo quanto riporta il quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’, il Ministero dell’Istruzione potrebbe prevedere uno ‘sconto’ sui 60 CFU. In pratica, potrebbero essere eliminati i 24 CFU relativi al tirocinio, tenendo in considerazione l’esperienza di insegnamento già maturata. Ricordiamo, comunque, che si tratta solamente di anticipazioni che potranno essere confermate o meno nel decreto che potrebbe essere pubblicato già prima della fine dell’anno.
Il documento del CUN sulla prossima riforma reclutamento docenti
Il Consiglio Universitario Nazionale ha provveduto ad inviare al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e alla ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, un documento, frutto dell’adunanza tenutasi lo scorso 18 novembre.
Il CUN ha ribadito l’assoluta ‘necessità di assicurare la formazione disciplinare non alterando il complessivo assetto dell’intero ciclo di formazione magistrale: solo dopo il conseguimento della laurea magistrale la formazione sulle conoscenze e sulle competenze si dirà compiuta, con solidità tale da consentire di assumere un ruolo centrale nella didattica delle singole materie.
Suscita dunque gravi preoccupazioni – afferma il CUN – ogni progetto che preveda un’acquisizione di CFU per la formazione all’insegnamento prima della selezione per l’accesso al ruolo: ne deriverebbe un risultato negativo per la formazione disciplinare, con dilatazione dei tempi e con discriminazione sociale, per l’inevitabile aggravio sull’economia delle famiglie.’
Il PNRR, invece, sottolinea la necessità di rafforzare, secondo un principio innovativo, l’anno di “formazione e prova” e di semplificare l’accesso al ruolo. Il Consiglio Universitario Nazionale, pertanto, raccomanda al ministro Bianchi e alla ministra Messa quanto segue:
- di collocare la formazione all’insegnamento nelle scuole secondarie dopo la selezione per l’accesso al ruolo, durante l’anno di “formazione e prova” e in contemporanea con il tirocinio
- di stabilire un positivo rapporto nella formazione all’insegnamento fra le scienze dell’educazione e la didattica disciplinare
- di definire contenuti diversi per la formazione all’insegnamento rispettando le peculiari esigenze della didattica nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado.
Il CUN, infine, ha chiesto di partecipare con propri delegati alle fasi di elaborazione e di attuazione della normativa sulla formazione all’insegnamento.