Stipendi docenti, il governo fa dietrofront: sparisce la ‘dedizione nell’insegnamento’

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Stipendi docenti, aveva destato non poche polemiche il contenuto dell’articolo 108 (comma 1) della nuova legge di Bilancio 2022 dove si parlava di voler ‘premiare’ in modo particolare la ‘dedizione nell’insegnamento, l’impegno nella promozione della comunità scolastica e la cura nell’aggiornamento professionale continuo’. Quella ‘dedizione nell’insegnamento’ aveva suscitato la reazione delle forze sindacali che, nelle scorse settimane, hanno chiesto lo stralcio del suddetto comma.

Stipendi docenti, il governo cancella la ‘dedizione nell’insegnamento’ dalla nuova manovra finanziaria

‘Ma cosa significa? Come si fa ad applicare un concetto del genere all’insegnamento? – si chiedeva Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief a proposito di quanto inserito nel comma ‘incriminato’. Anche il presidente ANP, Antonello Giannelli, aveva sottolineato come quella ‘dedizione all’insegnamento’ non significasse nulla, si trattava di una caratteristica non misurabile e di nessuna utilità per stabilire gratifiche e compensi ai docenti.

Il comma 1 dell’articolo 108 è stato modificato

Il testo, alla fine, è stato modificato, com’era lecito aspettarsi. Infatti, sono state apportate delle modifiche ai commi 1 e 2 dell’articolo 108 così come si legge:

‘La soppressione della lettera a) del comma 1 e del comma 2 dell’articolo 108 elimina le precisazioni in merito alle finalità cui sono destinate le risorse ivi stanziate e la modifica della lettera b) del comma 1 del citato articolo dispone l’incremento di 60 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 dell’apposita sezione del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa destinata a valorizzare la professionalità dei docenti delle istituzioni scolastiche statali.’ 

Dunque, il governo ha fatto dietrofront in merito alla contestatissima ‘dedizione all’insegnamento’, provvedendo, nel contempo, ad aumentare di 60 milioni di euro il fondo per la valorizzazione professionale dei docenti. L’aumento, dunque, interesserà tutti i docenti e non solamente coloro che si sarebbe distinti per la loro ‘dedizione’.

Aumento stipendi, il fondo è stato incrementato di soli 60 milioni

Se la cancellazione di tale definizione è stata accolta con soddisfazione, altrettanto non si può dire dell’aumento delle risorse stanziate dall’esecutivo Draghi a favore degli incrementi stipendiali. Infatti, lo sblocco di ulteriori 3,2 miliardi di euro aveva fatto pensare ad un aumento di almeno 100 milioni che sarebbero serviti per incrementare il ‘tesoretto’ destinato agli aumenti salariali.

Invece, alla fine, l’incremento sarà solamente di 60 milioni: difficile, a questo punto, aspettarsi l’auspicato ‘aumento a tre cifre’ in sede di rinnovo contrattuale. La partita è aperta e si preannuncia particolarmente complicata, con i sindacati Flc-Cgil, Uil Scuola, Snals e Gilda che, con tutta probabilità, proseguiranno la loro mobilitazione.

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