Supplenze dei prof no vax, a gennaio le scuole potrebbero essere costrette a nominare

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Dal 15 dicembre è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per docenti ed ATA, pena la sospensione del servizio: la maggior parte del personale scolastico, ad oggi, si è vaccinato, ma permane una percentuale di prof no vax, che almeno per il momento, rifiutano di farlo. Al rientro dalle vacanze natalizie le scuole si potrebbero ritrovare con il problema delle supplenze da assegnare per ricoprire i posti lasciati vuoti da chi non accetta la vaccinazione.

Supplenze previste con la ripresa a gennaio

Seppur tra il personale scolastico si registra un’altissima adesione alla campagna vaccinale, permangono ancora dei docenti no vax che rifiutano di vaccinarsi: con la ripresa delle lezioni, dopo la pausa natalizia, le scuole potrebbero ritrovarsi a fare i conti con l’attribuzione delle supplenze da conferire sui posti lasciati liberi da chi ancora rifiuta di vaccinarsi. Il problema potrebbe riguardare sia il personale docente che ATA.

L’obbligo è scattato il 15 dicembre: secondo alcuni calcoli pubblicati da ‘Il Messaggero’, ad oggi sarebbero circa 40 mila i docenti da sostituire, tra no vax ed esentati. Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp, a Il Corriere della Sera sostiene che “alla fine i no vax saranno una percentuale modesta: è ipotizzabile che siano 10 mila su 800 mila docenti”. Il Ministero dell’Istruzione comunica che il 95% del personale scolastico risulta vaccinato, ma i numeri reali di chi non accetta di adeguarsi alle nuove misure potranno conoscersi, tuttavia, ad inizio gennaio.

Il personale no vax, al momento, ha infatti trovato vari stratagemmi per perdere tempo e non dichiarare le proprie intenzioni: ad esempio c’è chi ha presentato al proprio Dirigente la prenotazione del vaccino per non essere finora sospesi, prenotazione che poi magari è saltata a causa di un improvviso malessere. Una nuova prenotazione ha fatto guadagnare tempo, poi le vacanze ed ecco spostato il problema a gennaio.

I presidi nomineranno da Mad e i laureandi

Ad inizio 2022 si potrebbe presentare il problema delle supplenze: più rilevante in alcune regioni, come nell’Italia del Nord Est, e meno in altre, come la Campania, dove quasi la totalità del personale scolastico risulta vaccinato. Al ‘Corriere della Sera’ Giuseppe Bonelli, direttore dell’USR di Brescia, prevede che sarà “un bel cinema”, perché “c’è chi si metterà in malattia, chi contesterà la sospensione e farà causa e chi dovrà essere sostituito di quindici giorni in quindici giorni perché dichiara apertamente di non volersi vaccinare”.

I presidi conferiranno le supplenze attingendo dalle MAD laddove le graduatorie di istituto risultano esaurite: “Poi si passa a chiamare anche i laureandi, è una necessità: la didattica va portata avanti, se non ci sono i docenti bisogna trovare una soluzione” spiega Cristina Costarelli, presidente dell’ANP Lazio a ‘Il Messaggero’. “La chiamata dei laureandi – precisa – è regolamentata per la facoltà di Scienze della formazione, quindi per gli insegnanti delle elementari, ma viene di fatto estesa anche ad altre lauree per le superiori: per matematica e per le materie professionalizzanti degli istituti tecnici e professionali”. Le  supplenze pari o superiori a tre mesi varranno come tirocinio.

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