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Riforma reclutamento docenti, il 2022 sarà un anno di cambiamenti per quanto riguarda il sistema del reclutamento dei docenti. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha già fornito qualche anticipazione in merito alle novità che riguarderanno formazione e concorsi: il governo stesso, nella relazione riguardante gli interventi sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sottolinea come la riforma sia già cominciata e si completerà nel 2022 con la formazione iniziale e il nuovo sistema dei CFU per poter partecipare ai prossimi concorsi.

Riforma reclutamento docenti, ecco cosa cambierà nel 2022

I concorsi ordinari hanno costituito il primo step della riforma: i cambiamenti introdotti con il decreto Sostegni Bis (articolo 59) hanno rappresentato il primo punto di svolta verso la riforma del reclutamento docenti. Si è partiti con il concorso Stem, svoltosi la scorsa estate, per proseguire con il concorso ordinario infanzia e primaria, le cui prove scritte si sono completate lo scorso 21 dicembre (le prove orali dovrebbero iniziare intorno alla metà del mese di gennaio).

Concorsi

Nelle prime settimane del 2022, inoltre, dovrebbe essere pubblicato anche il nuovo bando per il concorso ordinario scuola secondaria. Il ministro Bianchi, commentando la conclusione delle prove per la procedura concorsuale per la scuola infanzia e primaria, ha ribadito come l’intenzione del Ministero dell’Istruzione sia quella di programmare le assunzioni attraverso concorsi con cadenza regolare (annuale) per assicurare un regolare avvio di anno scolastico, con tutti i docenti in cattedra.

I crediti universitari

Come sottolinea ‘Orizzonte Scuola’, il nuovo sistema dei CFU rappresenterà un altro dei punti cardine della riforma del reclutamento docenti: l’intenzione del Ministero dell’Istruzione, infatti, è quella di far conseguire l’abilitazione all’insegnamento con 60 crediti formativi universitari, di cui 24 dovranno essere ottenuti attraverso il tirocinio. 

In buona sostanza, per poter diventare insegnante sarà necessario acquisire i suddetti CFU già durante il percorso universitario. La scuola secondaria andrebbe così ad uniformarsi all’infanzia e alla primaria dove la laurea in Scienze della Formazione Primaria costituisce già titolo abilitante per poter partecipare ai concorsi o inserirsi in graduatoria.
Chi riuscirà a superare un concorso, dovrà sostenere l’anno di formazione e prova che terminerà con una valutazione finale: qualora quest’ultima restituisca un esito positivo, il docente potrà ottenere la conferma del ruolo.

I precari ‘storici’

L’obbligatorietà dei 24 CFU riguardanti il tirocinio ha già sollevato delle polemiche, legate soprattutto al futuro delle migliaia di precari ‘storici’ ancora in attesa di stabilizzazione. Si parla di possibile ‘sconto’ per chi ha già maturato esperienza nell’insegnamento: non dovrebbero essere richiesti, in questo caso, i 24 CFU relativi al tirocinio.

Il governo, nella Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, ha menzionato il decreto N. 73 (Sostegni Bis) come punto di partenza della nuova riforma del reclutamento docenti in relazione ai concorsi ma, come rimarca ‘Orizzonte Scuola’, manca un riferimento ad un altro aspetto importante contenuto nello stesso decreto, ovvero l’assunzione straordinaria dei docenti abilitati, operata la scorsa estate, dalla prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze.

Considerando la complessità della materia, è possibile che le nuove misure per il superamento del precariato ‘storico’ possano essere inserite in un apposito decreto scuola, così come sottolineato recentemente dal vicepresidente della Commissione Cultura al Senato, Mario Pittoni. 

Riportiamo qui sotto la Relazione sullo stato di attuazione del PNRR redatta dal governo.

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