Nell’incontro di ieri tra Ministero e sindacati sull’informativa relativa al rinnovo dei contratti Covid, si è parlato anche di stipendi e arretrati. Sebbene vi sia stata soddisfazione per la proroga di tutti i contratti Covid fino al 31 marzo, restano alcune criticità da risolvere. Una di queste è il fatto che gli stipendi non vengono pagati da settembre. I sindacati hanno chiesto una soluzione al problema.
Stipendi personale Covid: la criticità
Alcuni stipendi COVID, a tutt’oggi, non sono stati ancora liquidati dal mese di settembre. E’ assurdo aspettarsi che il personale lavori per tre mesi senza stipendio, soprattutto in considerazione del fatto che una parte di loro lavora lontano da casa e deve sostenere anche le spese di alloggio.
Ricordiamo che la retribuzione è la prestazione fondamentale cui è obbligato il datore di lavoro nei confronti del lavoratore (art. 2094 c.c.).
Alla data odierna, inoltre, si presenta un’altra problematica. Gli stipendi dell’anno 2021 che verranno pagati dopo il 12 gennaio 2022, saranno assoggettati a tassazione separata. Ciò significa che gli importi degli stipendi saranno inferiori rispetto a quelli assoggettati a tassazione ordinaria, in quanto quest’ultima usufruisce delle detrazioni per lavoro dipendente e per i familiari a carico.
Cosa ha risposto il Ministero a queste considerazioni?
Il Ministero si impegna, ma non troppo
Come riferisce Anief, “il Ministero ha preso l’impegno di far liquidare alcuni degli emolumenti dovuti entro i primi di gennaio 2022, non garantendo che non saranno a tassazione a separata“. Quindi, saranno pagati solo alcuni, e non è nemmeno certo che la tassazione sia quella ordinaria.
“Un impegno così labile non è proprio consono a quanto abbiamo richiesto” scrive il sindacato.