Il governo Draghi si è espresso: ‘si ritorna tutti a scuola’, non ci sarà nessun slittamento, se non di pochi giorni, dal 7 al 10 gennaio. Ieri, 5 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha delineato nuove misure restrettive per contenere l’ascesa della pandemia e introdotto nuove misure in ambito scolastico: cambiano infatti ancora una volta le regole della quarantena in caso di alunni positivi. La confusione all’interno delle scuole sarà altissima, considerato anche il problema del monitoraggio e del personale assente poiché contagiato: si riparte all’insegna delle difficoltà.
Il governo decide per la riapertura in presenza ma si palesano già tante difficoltà
Ieri 5 gennaio, in serata, è arrivata la decisione del Consiglio dei Ministri, che ha confermato la posizione espressa già prima di Natale dal Ministro Bianchi: la scuola riparte in presenza, niente DAD e nessun slittamento anche se richiesto da più parti. Il governo Draghi ha approvato all’unanimità un nuovo decreto anti Covid, delineando altre misure per la gestione dei contagi all’interno delle classi: stavolta però ha introdotto delle differenziazioni con il nuovo sistema della quarantena, in base al grado di scuola e quindi all’età degli studenti. Diversità anche in relazione allo stato vaccinale degli alunni, prevedendo, in alcuni casi, l’isolamento e la DAD per chi non è vaccinato, l’autosorveglianza e l’uso di mascherine FFp2 per chi invece è immunizzato.
Tutto questo sistema creerà con grandissima probabilità tantissime difficoltà nella scuola, che ancora una volta si ritroverà nel caos e nella confusione totali: gestione dei casi, alta contagiosità tra gli alunni e supplenze del personale assente sono le criticità più evidenti.
Difficoltà nella gestione dei casi Covid all’interno della scuola
I contagi crescono in modo esponenziale ogni giorno e la scuola si ritroverà ad avere tante difficoltà nel monitoraggio e nella gestione dei casi Covid: problemi già delineati dai referenti Covid in un sondaggio condotto a livello nazionale da Rosolino Cicero, presidente dell’Associazione nazionale collaboratori dei dirigenti scolastici. “Siamo le sentinelle della scuola, ma le Asl rispondono alle nostre segnalazioni dopo 48 o 72 ore. Non c’è una tempestività sufficiente a tutelare la comunità scolastica”, afferma al quotidiano ‘Il Giorno’. “Basti pensare che molte delle segnalazioni arrivano dai rappresentati dei genitori, tramite le chat o i social media, che sopperiscono alle carenze del sistema ufficiale”.
Con le nuove misure introdotte dal governo in materia di quarantena per gli alunni, la confusione sarà totale: i referenti Covid si ritroveranno ancora una volta a dover spiegare alle famiglie le nuove procedure, che già presentano delle criticità. La scuola, luogo di inclusione per eccellenza, sarà stavolta fonte di distinzione tra vaccinati e non.
Ascesa dei contagi nella fascia di età under 19
Le difficoltà per la scuola si acuiscono dall’ascesa dei contagi che la variante Omicron provoca tra gli studenti. In base agli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità i giovani tra 0 e 19 anni sono il 23,7% del totale dei contagiati. Uno studio condotto da Repubblica stima che al momento circa 285 mila sono gli alunni positivi, di cui circa 141 mila della scuola primaria: nella fascia 6-11, infatti, la campagna di vaccinazione è partita da poco e la percentuale di studenti vaccinati è quindi ancora piuttosto bassa.
Il governo ha deciso per il ritorno a scuola, ma in effetti tantissime saranno le classi in DAD in tutto il territorio nazionale: altra difficoltà quindi in vista, la continua interruzione delle lezioni, tra presenza e distanza, e l’attivazione della DID per alcuni studenti, con tutti i problemi organizzativi e didattici che comporta. Per Maddalena Gissi, presidente nazionale della Cisl Scuola “la partenza di lunedì sarà una falsa partenza. Si fa giusto per alzare la bandierina”.
Occorre supplire il personale assente
A complicare il quadro anche la difficoltà nel reperire il personale possibilmente assente: occorre pensare infatti anche alle sostituzioni di docenti e Ata che da lunedì 10 gennaio potrebbero risultare assenti, o perché positivi o perché no vax. Secondo ‘il Messaggero’, sarebbero circa 50 mila tra docenti e ATA a non essere vaccinati. A questa cifra occorrerà aggiungere il personale contagiato: per avere un’idea precisa sul numero degli assenti occorre aspettare i prossimi giorni, ma il problema purtroppo sussiste e creerà ulteriori difficoltà: la scuola riapre ma il disastro sembra quasi preannunciato.