Riapertura della scuola dopo le vacanze natalizie: è stato un rientro complicato, difficile nonostante le rassicurazioni del premier Mario Draghi e del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il governo, per altro, si è fatto ancora più forte dopo la sentenza del Tar della Campania che ha respinto l’ordinanza emessa dal governatore della Regione, Vincenzo De Luca: da oggi, martedì 11 gennaio, si rientra in aula anche in Campania, anche se alcuni comuni potrebbero deliberare misure restrittive locali. Intanto, fanno discutere i numeri contrastanti riguardanti le assenze del personale docente.
Riapertura della scuola, i numeri del rientro in classe: qualcosa non torna
Il ministro Bianchi, presentando alcuni numeri riguardanti la riapertura della scuola, ha parlato di percentuali irrisorie per quanto riguarda i docenti No Vax, ovvero lo 0,72 per cento del totale: in buona sostanza circa 7-8mila cattedre vacanti. Il ministro, poi, sempre in merito al personale docente rimasto a casa in quanto positivo o per quarantena indiretta, parla di un 6 per cento (ovvero altre 60.000 cattedre vacanti). Per quanto riguarda il personale ATA siamo al 6,7 per cento mentre il 4,5 degli studenti non sarebbe rientrato tra i banchi.
Il quotidiano ‘Repubblica’ ha riportato altri numeri. In Trentino la Provincia ha rilevato un’assenza del 7 per cento degli studenti e del 9 per cento degli insegnanti. La Cgil di Firenza parla di un docente su dieci che sarebbe rimasto a casa. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha parlato del 10 per cento degli insegnanti che non si sono presentati al lavoro oltre al doppio degli studenti in Dad.
Giannelli (ANP): ‘Tra una settimana, 200mila classi in DAD’
Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha così profetizzato: ‘Entro una settimana avremo la Dad per 200.000 classi del Paese‘, vale a dire per più della metà delle classi. ‘Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia – sentenzia Giannelli – sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura di 3 settimane’.
A Roma si parla di numerose assenze di docenti (fragili e in quarantena) ma anche di diverso personale Ata. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria, molti genitori romani hanno tenuto a casa i loro figli. Insomma, un rientro quanto mai difficile ma Draghi difende la scelta del governo: ‘Non ha senso chiudere la scuola quando poi, la sera, i ragazzi vanno in pizzeria’.