Riforma pensioni, dopo il recente stop ripartono ancora una volta gli incontri tra governo e sindacati per cercare di trovare una soluzione al problema previdenziale: cosa accadrà dopo Quota 102? Ecco cosa c’è da aspettarsi nel corso dei prossimi mesi. Vediamo subito quali sono tutte le ultime novità a riguardo.
Pensioni: riparte il confronto tra governo e sindacati
Dopo la scadenza di Quota 100, la misura di anticipo pensionistico che permetteva di lasciare il lavoro a 62 anni di età e con 38 anni di contributi, il 2022 si è aperto con l’introduzione di Quota 102. Un meccanismo analogo che ha, di fatto, innalzato a 64 anni il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione anticipata.
Tuttavia, è stato annunciato fin dall’inizio che si sarebbe trattato di una misura provvisoria, destinata a fare da ponte verso la riforma vera e propria che avrà luogo a partire dal 2023.
Ecco perché dopo il recente stop, il Governo ha riaperto i lavori sul fronte pensionistico, al fine di trovare una soluzione che possa accontentare anche i sindacati.
È atteso infatti per oggi, mercoledì 12 gennaio 2021, un nuovo incontro per discutere della prossima riforma delle pensioni. Ecco cosa c’è da aspettarsi a tal proposito e quali potrebbero essere i cambiamenti dopo Quota 102.
Cosa accadrà dopo Quota 102?
Come abbiamo anticipato, il 2022 si è aperto con Quota 102, una misura di anticipo pensionistico provvisoria, destinata a fare da ponte verso la riforma vera e propria.
Per i prossimi 12 mesi per i lavoratori sarà, infatti, possibile lasciare il lavoro a 64 anni di età e con 38 di contributi versati. Tuttavia, governo e sindacati sono già all’opera per trovare un meccanismo sostitutivo che entrerà molto probabilmente in vigore a partire dal 2023.
In particolare, al centro della discussione la revisione della cosiddetta Legge Fornero ed altri importanti temi, tra cui:
- la flessibilità in uscita;
- il lavoro dei giovani e delle donne;
- la previdenza complementare.
Ad ogni modo, sembra proprio che i sindacati rimangano dell’idea di chiedere il pensionamento a 62 anni oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Il governo, dal canto suo, preferirebbe non scendere al di sotto dei 64 anni, soglia minima fissata anche per l’accesso a Quota 102.