Le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione, Prof. Patrizio Bianchi, sul tema della DaD a margine di un evento (online) organizzato dall’università Bocconi.
Le dichiarazioni di Bianchi: “Bene la DaD, ma solo per poco tempo”
Le dichiarazioni rassicuranti del ministro Bianchi sulla DaD non tengono conto della situazione reale che molte scuole della Penisola stanno vivendo. Una complicata normativa in vigore sta sempre più aumentato la disuguaglianza tra gli studenti con le differenti modalità didattiche messe in atto dalla Politica. E oramai non si tratta di poco tempo, ma di tantissime settimane dall’inizio delle attività didattiche e a partire dall’inizio della quarta ondata.
Sono un po’ ovunque le classi delle scuole italiane in cui si fa didattica mista oramai da settimane. Una buona fetta di discenti è presente in aula e pochi alunni in DaD costringono gli insegnanti a lunghe ed estenuanti ore di lezione con la presenza fisica di parte della scolaresca e con i monitor puntati sulla cattedra per l’intera mattinata.
Siamo difronte dunque solo ad una questione esclusivamente d’immagine e più compiutamente politica? La didattica a distanza non è solo un’onta per chi la mette in atto. E’ l’unico modo di fare prevenzione in questo periodo in cui ci si contagia troppo facilmente. A volte diventa quasi l’unica necessità per salvaguardare la salute di tutti.
Dirigenti Scolastici sotto stress: al telefono per intere giornate con USCA e famiglie
Inoltre, si dovrebbe anche spezzare una lancia a favore di coloro a cui la Politica ha di fatto scaricato il barile: i Dirigenti Scolastici e ancor prima i docenti, oramai da lungo tempo stanno operando nelle classi come nei campi di battaglia durante la prima guerra di trincea, trascurando purtroppo l’attività didattica utile ai loro alunni.
Eppure, questa verità non emerge in nessun comunicato stampa ufficiale del Ministero e del Ministro stesso. La DaD va bene, ma per poco tempo, continua a ripetere il Ministro!
A proposito di tempo: cosa dovrebbero dire allora i Presidi che ogni giorno si trovano a fronteggiare la mole di situazioni sanitarie degli alunni, delle loro famiglie e dei docenti?
Queste beghe aggravano l’enorme attività burocratica già di per se presente in condizioni normali. Il tempo oramai è pochissimo, specie quando un Capo d’Istituto non riesce più a smaltire il proprio lavoro perché passa più tempo a parlare al telefono con i genitori e con i distretti sanitari (USCA, ASL ecc.) per redigere in tutta fretta le circolari a seguito dei provvedimenti ad hoc di quarantena o di auto sorveglianza.
Bianchi ripete: “la scuola deve essere in presenza”, intanto lo standard è rappresentato dalla didattica mista in quasi tutte le scuole d’Italia
Secondo il primo inquilino del Dicastero di Viale Trastevere fanno eccezione “gli esercizi di attività a distanza o integrata e surrogatoria, ma solo per tempi molto brevi”. Queste sono le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione a margine di un evento online, organizzato dall’università Bocconi.
Il Prof. Bianchi, collegato in videoconferenza, ha spiegato come potrebbero generarsi problemi per gli studenti, se venissero prolungati i tempi della didattica a distanza. In ogni caso, precisa: “immaginiamo cosa sarebbe stato se quest’ultima non ci fosse stata? Nella pandemia – prosegue il Ministro – è stato rilevante avere almeno un collegamento con la scuola, presente con strumenti inediti“.
“Il virus ha esasperato le disuguaglianze. Attraverso il Pnrr stiamo facendo investimenti sulla scuola come mai successo prima”. E infine: “Abbiamo mantenuto aperta la scuola in una fase in cui il virus ancora circola, in cui c’è ancora bisogno di strumenti a distanza per gestire con tutela alcune situazioni“, ha concluso Bianchi.
Chi ha esasperato davvero le disuguaglianze tra gli studenti: il virus o le scelte politiche?
Purtroppo, le disuguaglianze permangono. Anzi, a volerla dire tutta, le ultime norme hanno enfatizzato le differenze, e allargato il bacino degli studenti che dovranno stare lontano dalle sedi scolastiche, oltre che dai loro compagni in possesso del greenpass.