Un’altra vittoria per i precari della scuola che si oppongono all’abuso dei contratti a termine che il Ministero si ostina a perpetrare nonostante le numerose sentenze. Il Tribunale di Modena ha condannato il Miur a restituire ad alcuni ricorrenti che avevano ottenuto il risarcimento per via dell’abuso dei contratti a termine, l’importo trattenuto a monte a titolo di tassazione Irpef. Il risarcimento del danno non è soggetto a tassazione.
Ministero e abuso dei contratti a termine
I precari che fanno ricorso per abuso dei contratti a termine, ottengono dai tribunali il risarcimento. Vi sono numerose sentenze, anche della Corte di Cassazione, che sanciscono questo diritto.
Più e più volte l’Europa ha raccomandato all’Italia di risolvere il problema, senza alcun risultato.
Adesso un’altra sentenza, che contribuisce a fare giurisprudenza su questa tematica, è espressa dalla Sezione Lavoro del Tribunale di Modena. Non riguarda l’abuso dei contratti a termine, su cui si erano già espressi i giudici, ma la tassazione del risarcimento.
Il risarcimento non va tassato
Il tribunale ha condannato il Ministero dell’Istruzione a restituire le somme sottratte a cinque docenti, in fase di risarcimento danno per l’abuso di contratti a termine. I docenti ricorrenti, avevano subìto la tassazione alla fonte sull’assegno di circa 32.000 euro cadauno (15 mensilità di stipendio). L’importo, di circa 7.000 euro, era stato trattenuto a titolo di Irpef. Come se il risarcimento fosse un reddito (infatti risultava con la voce ‘Arretrati’).
Il giudice ha inquadrato il risarcimento come “compensazione della perdita di chances connaturata al precariato abusivo”. I soldi della tassazione, devono essere restituiti ai docenti.
La sentenza è immediatamente esecutiva.