Aggiornamento GPS e nuove regole DAD: Bianchi sempre più ‘solo’ al Ministero?

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Le novità riguardanti la quarantena e la DAD a scuola e la questione dell’aggiornamento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze hanno tenuto banco nell’ultima settimana, in ambito scolastico: in entrambi i casi non si è potuto fare a meno di notare una certa ‘differenza di vedute’, se vogliamo chiamarla così, tra il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e i sottosegretari Rossano Sasso e Barbara Floridia. Un chiaro segnale che le unità di vedute, a Viale Trastevere, non sembrano essere all’ordine del giorno. 

Aggiornamento GPS e nuove regole quarantena, Sasso e Floridia distanti dal ministro Bianchi

Cominciamo dal tema riguardante l’aggiornamento delle GPS e del probabile rinvio al prossimo anno scolastico 2023/24. I sindacati hanno messo più di una volta in evidenza come nel nuovo Regolamento per le Supplenze si parli ancora di rinvio al prossimo anno per la riapertura delle Graduatorie Provinciali.

Flc-Cgil ma anche Uil Scuola hanno ribadito questo aspetto. Il sindacato di Francesco Sinopoli, tra l’altro, non ha potuto fare a meno di parlare di questa discordanza in seno al Ministero, ovvero di ‘posizioni diverse in merito al da farsi, riteniamo che sarebbe invece stato doveroso un impegno forte e chiaro nella direzione dell’aggiornamento delle GPS‘.

Il sottosegretario Sasso, infatti, ha dichiarato: ‘Centinaia di migliaia di docenti precari attendono l’aggiornamento delle GPS, c’è chi vorrebbe cambiare provincia ed avvicinarsi alla propria famiglia, c’è chi vorrebbe aggiornare la propria posizione in graduatoria, dopo aver speso tempo e denaro conseguendo titoli, c’è chi vorrebbe inserirsi per la prima volta. Perché negare a tutti questi lavoratori tali diritti? Non cambio idea, le graduatorie vanno aggiornate quest’anno’.

Regole quarantena e DAD

Il ministro Bianchi è stato chiaro, nelle ultime ore, in merito alle nuove regole sulla quarantena e sulla didattica a distanza, in particolar modo riguardo alla ‘discriminazione’ tra bambini, vaccinati e non: ‘Dobbiamo dare un segnale – ha dichiarato Bianchi a Rainews24 – il decreto non vuole e non può essere una norma discriminatoria, anche perché è molto difficile arrivare a 5 casi in 5 giorni in una classe, quindi difficilmente si raggiungerà questa situazione.

La discussione in Consiglio dei Ministri è stata serena, la norma non è discriminatoria, ma è un segno di ripartenza. Ci muoviamo su un percorso di riapertura e normalità che si basa sulla responsabilità. E la tutela – ha concluso Bianchi – può essere data solo dal vaccino’.

BOZZA DECRETO COVID

Anche qui c’è qualcosa che non torna. Il sottosegretario Sasso, appena concluso il CdM di ieri, ha preso nettamente le distanze: ‘Si è scelto di percorrere una strada sbagliata – ha dichiarato l’esponente della Lega – Basti pensare che nella fascia di età tra 5 e 11 anni risulta immunizzato appena un terzo degli alunni, visto che la campagna vaccinale è partita da poco tempo.

Ciò significa tagliare fuori dalla comunità scolastica la stragrande maggioranza delle bambine e dei bambini, per decisioni, va sottolineato, che non dipendono da loro ma dalle famiglie da cui provengono. La gravità di questo provvedimento – ha concluso Sasso – è di tutta evidenza’.

Anche la sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, Barbara Floridia (M5S) sembra essere sulla stessa linea: ‘Non condivido la differenza di trattamento tra studenti vaccinati e non: ribadisco che la scuola è e deve rimanere luogo di inclusione. Penalizzare i più piccoli per le scelte compiute dai loro genitori è sbagliato’.

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