Resta sempre al centro del dibattito del mondo della scuola la questione degli stipendi del personale scolastico, tra i temi più bollenti da affrontare: in vista del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro aumentano le richieste e le rimostranze da parte dei lavoratori e dei sindacati. Tanti gli aspetti attenzionati, tra cui il recupero del 2013, la rimodulazione degli scatti di anzianità, l’adeguamento alla crescita dell’inflazione, l’equiparazione della retribuzione tra personale di ruolo e precario: il sindacato ANIEF ritorna a denunciare i punti su cui intervenire.
Malcontento su stipendi scuola: è in corso una petizione
Sempre bollente il tema degli stipendi del personale scolastico, soprattutto in tempo di rinnovo del contratto del comparto scuola: di continuo sia i lavoratori, docenti e ATA, che i sindacati hanno mostrato il proprio malcontento per gli aumenti stipendiali previsti. Altri aspetti sono oggetto di polemica, come il riconoscimento dell’anno di servizio svolto nel 2013 ai fini della ricostruzione di carriera e degli scatti di anzianità.
In un precedente articolo abbiamo illustrato la questione, e messo in luce la petizione on line su Change.org che il gruppo di docenti “Ridateci il 2013” ha organizzato su Facebook, raccogliendo già quasi 30.000 firme. Il problema del recupero del 2013, a cui si è rinunciato in cambio delle immissioni in ruolo di quel periodo, è connesso a delle risorse che mancano: secondo il sindacato ANIEF servirebbero circa 350 milioni l’anno per coprirne il ripristino, con conseguente uso dello stesso per gli scatti stipendiali automatici.
Gli aumenti stipendiali previsti non tengono conto dei livelli inflazionistici raggiunti
Aspetto fondamentale resta la mancanza di un aumento reale degli stipendi che tenga concretamente conto dei livelli inflazionistici raggiunti negli anni trascorsi dall’ultimo rinnovo contrattuale ad oggi. Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF, nel corso della diretta facebook “Ridateci il 2013″ svoltasi ieri 11 febbraio, ha spiegato: “Dal 2009 l’inflazione è cresciuta di 14 punti mentre gli aumenti stipendiali per tutto il personale scolastico sono fermi al +3,48% applicato nel 2018; si discute ora per il rinnovo del contratto, con un aumento del 4.02%.
La somma di questi due incrementi porta al 7,5% e siccome la matematica non è un’opinione gli stipendi degli insegnanti italiani, ma generale di tutto il personale scolastico, ricordando che quelli degli ATA sono un gradino ancora inferiori, saranno comunque lontani di quasi 7 punti rispetto al costo della vita”.
Rimodulare gli scatti di anzianità, in entrata ed uscita
Tanti altri sono gli aspetti sugli stipendi a cui il governo deve dare attenzione e risoluzione: ricordiamo che attualmente il primo gradone stipendiale ha escluso lo scatto di anzianità dopo il terzo anno di servizio e solo ricorrendo in tribunale i docenti assunti da pochi anni possono riacquistarne diritto. Occorre però considerare anche un altro gradino di carriera, quello che avviene a ridosso del pensionamento: con la fine di Quota 100, dato che Quota 102 è transitoria, l’unico modo per uscire in anticipo è arrivare a 42-43 anni di contributi.
Marcello Pacifico, a tal proposito, ha spiegato: “Questo significa che gli ultimi 7-8 anni di servizio si svolgono senza alcun incentivo in busta paga: si prende l’ultimo ‘scatto’ nello stipendio a 35 anni di anzianità, poi nulla. Quindi – ha concluso il sindacalista – bisogna rivedere questi ‘scatti’, da quelli dei neoassunti, a cui è stato tolto il passaggio di livello del terzo anno, e quello a fine carriera”.