Test Medicina, UDU: ‘Necessario superare il numero chiuso’

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviatoci da UDU (Unione degli Universitari).

Test di Medicina, UDU: ‘Tentativo di revisione di un sistema obsoleto, ma resta necessario superare il numero chiuso’

ll numero chiuso resta anche per il prossimo anno accademico ma il test d’accesso per Medicina subirà dei cambiamenti, in attesa delle modifiche sostanziali in vista del 2023. Da settembre i quesiti relativi alla cultura generale saranno fortemente ridimensionati, in attesa dell’eliminazione totale del concorsone, a detta della Ministra dell’Università e della Ricerca Cristina Messa, e dell’introduzione di un “percorso” di affiancamento e preparazione già dal quarto anno delle superiori, attraverso corsi online gratuiti preparati dalle Università e prove di autovalutazione.

Il futuro test seguirà l’impostazione del già noto Tolc (Test OnLine CISIA) e quindi, a partire dal quarto superiore, sarà possibile iscriversi e riprovare lo stesso più di una volta all’anno, in modo tale da accedere alla Graduatoria Nazionale col miglior punteggio ottenuto ed essere assegnati in base alle preferenze indicate e la disponibilità degli Atenei.

Il superamento del concorsone, dimostratosi più volte uno strumento di selezione fallace e inadeguato, porta ad un cambiamento del metro di selezione alla base dell’accesso ai corsi di laurea come Medicina. Da un lato alcuni ostacoli vengono così ridimensionati attraverso l’erogazione gratuita di Mooc, esercitazioni online e corsi online fruibili su piattaforme nazionali ed in presenza, rimuovendo quindi il monopolio dei corsi di preparazione da enti privati, di norma estremamente costosi ed elitari e causa di forti disparità formative.

Dichiara Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari: “È necessario però evidenziare, ancora una volta, il mancato coinvolgimento e confronto con gli studenti su un tema che interessa decine di migliaia di candidati ogni anno, nonché la mancanza di un dialogo costruttivo che possa portare ad un ripensamento complessivo del modello attuale volto al superamento del numero chiuso, ancora oggi escluso dalle prospettive della riforma.”

“Da sempre, infatti denunciamo l’illegittimità e le limitazioni del numero chiuso e dei test d’accesso, che di fatto non conducono ad una reale valutazione della popolazione studentesca ma ad una scrematura volta a celare la scarsità di investimenti in formazione e infrastrutture. – continua Giovanni Sotgiu– In questo senso, il numero chiuso rappresenta la mancata volontà di investire in Istruzione, Università e Ricerca in modo strutturale, anche alla luce di una crisi pandemica che ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario nazionale. Nonostante la riforma alle porte si configuri come un intento di revisione di un sistema obsoleto, ribadiamo la necessità di superare il numero programmato nazionale e il doppio imbuto formativo legato sia alla selezione e accesso al corso di laurea, che ai percorsi di specializzazione di Medicina.”

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