Pensione di vecchiaia 2023: la riforma si avvicina sempre di più, ma cosa ne sarà della soglia di vecchiaia? A partire dal prossimo anno il requisito anagrafico cambierà o rimarrà sempre bloccato a 67 anni? Ecco le ultime novità a riguardo. Vediamo subito che cosa c’è da sapere.
Pensione di vecchiaia 2023: il requisito anagrafico
Come ben sappiamo, l’avvento del Covid ha influenzato in maniera significativa anche il settore pensionistico e previdenziale. La pandemia, infatti, ha ridotto nel corso del 2020 la speranza di vita. Tuttavia l’Inps, con la circolare numero 28 del 18 febbraio 2022 sull’adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione in funzione della speranza di vita, ha comunicato che, ancora per il biennio 2023-2024, la soglia anagrafica resterà bloccata a 67 anni.
I requisiti potranno, pertanto, cambiare soltanto a partire dal 1° gennaio 2025. Discorso analogo anche per la pensione anticipata ordinaria, il cui accesso continuerà ad essere possibile con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) e potrà subire delle modifiche solo dal 2027.
Lavoratori gravosi e precoci
Per quanto riguarda invece i cosiddetti lavoratori gravosi in possesso di almeno 30 anni di contributi, il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia è fissato per il biennio 2023-2024 al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi di età.
Resta, infine, fisso fino al termine del 2026 anche il requisito contributivo per i lavoratori precoci, ovvero coloro i quali hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Essi, infatti, potranno continuare ad andare in pensione con 41 anni di contributi versati.