Sono tantissimi i Dirigenti Scolastici che, al momento, si ritrovano in una sede fuori dalla propria regione: 1 su 4, infatti, occupa un posto al di fuori della propria regione di residenza e le norme che attualmente disciplinano la mobilità DS permetteranno solo a pochissimi di potervi rientrare. Giovedì 3 marzo si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali di Area V per discutere dei problemi della dirigenza scolastica: per circa 2000 presidi vincitori del concorso 2017 e per quelli del concorso 2011 ci potrebbe essere una speranza di trasferimento interregionale.
Incontro Ministero- sindacati per la mobilità DS
Lo scorso giovedì 3 marzo si è tenuto un incontro tra Ministero dell’istruzione e sindacati di Area V per discutere dei problemi della dirigenza scolastica: si è affrontata anche la questione della mobilità DS interregionale. L’Amministrazione ha comunicato che la scorsa settimana è iniziato l’iter per l’emanazione di un Atto di Indirizzo specifico sulla mobilità dei presidi con cui Viale Trastevere fa riferimento alla necessità di modificare i limiti percentuali previsti dal CCNL dell’Area V: le nuove percentuali si dovrebbero applicare a partire dalla mobilità per l’a.s. 2022/2023. Ricordiamo che queste sono, ad ora, delineate dall’art. 9, comma 4, del CCNL 2016-2018 dell’Area V e prevedono fino il 30% dai posti vacanti e disponibili a discrezione dei DG degli USR.
Quanti i presidi interessati?
Si apre una speranza quindi per i Dirigenti Scolastici che si ritrovano in sedi fuori dalla propria regione di residenza: solo che non tutti riusciranno a fruire di questa possibilità, in quanto il numero dei presidi interessati è alto. Secondo i calcoli della FCL CGIL, sarebbero 1107 i DS vincitori del concorso previsto dal DM 138/2017 che si ritrovano fuori regione. A questi occorre però sommare i presidi campani vincitori del concorso del 2011 ancora in servizio in altra regione come conseguenza della procedura volontaria di interregionalità prevista dalla legge 107/2015.
758 sarebbero gli interessati alla mobilità DS interregionale, in quanto hanno superato il triennio di blocco, ma pochissime sono le possibilità di trasferimento: secondo la FCL CGIL, infatti, “il numero dei posti disponibili, anche se la percentuale fosse portata al 100%, riuscirebbe a soddisfare poco meno di un centinaio di richieste”. Ad essere maggiormente coinvolti sarebbero i dirigenti provenienti dalle regioni del Centro-sud.
Reazione dei sindacati
I sindacati hanno accolto favorevolmente i propositi del Ministero sulla mobilità DS, ma sottolineano che già da tre anni spingono in questa direzione e che adesso il tempo a disposizione è poco. La FCL CGIL ha così commentato: “Sperando di poter concludere la trattativa in tempo utile per la mobilità, abbiamo sottolineato la necessità di una revisione complessiva delle regole sulla mobilità, invitando il ministero a prevedere nell’Atto di Indirizzo per il rinnovo del CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021 la risposta alle legittime aspirazioni dei dirigenti scolastici fuori regione, prima che si espleti il nuovo concorso su base regionale”.
“L’ampliamento alla massima percentuale possibile dei trasferimenti dei dirigenti scolastici fuori sede è una urgenza – ha evidenziato Rosa Cirillo, responsabile del Dipartimento dell’Area V della Uil Scuola – che va realizzata anche limitando la discrezionalità dei Direttori Scolastici Regionali nella decisione legata alla valutazione chi ha più o meno titoli al rientro nella regione di residenza“.