Fine stato d’emergenza: cosa cambia per la scuola dopo il 31 marzo?

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Il 31 marzo prossimo termina lo stato di emergenza, dopo 2 anni e 2 mesi. Si attende ancora che il Governo indichi la road map delle riaperture, come promesso. Ma ormai è quasi certo che dal 1° aprile, la gestione della pandemia entra in una fase ordinaria. Cosa cambia per la scuola con la decadenza dello stato d’emergenza? Alcune anticipazioni ci arrivano proprio dal premier Draghi e dal sottosegretario Sileri.

31 marzo, fine dello stato d’emergenza

Nel corso di un suo intervento delle scorse settimane, Mario Draghi ha precisato che col termine dello stato d’emergenza:

  • non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate
  • le scuole resteranno sempre aperte per tutti
  • saranno eliminate le quarantene da contatti
  • cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto,
  • arriverà anche la fine graduale dell’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a cominciare dalle attività all’aperto.

A partire dal 1° aprile, per le scuole cesseranno la DAD, le quarantene e probabilmente l’obbligo delle mascherine Ffp2 (legate alla quarantena), e quindi alla differenziazione tra vaccinati e non vaccinati. Per eliminare del tutto le mascherine al chiuso (quindi anche in classe), Sileri ha lasciato intendere che si dovrà attendere qualche settimana in più.

Al 1° aprile, non decade l’obbligo vaccinale per il personale scolastico e nemmeno quello per i 50enni, che conserva la sua scadenza prevista per il 15 giugno (salvo novità delle prossime settimane dalla Consulta sull’ipotesi di illegittimità).

E i contratti Covid?

Resta ancora in bilico, purtroppo, la proroga dei contratti Covid per docenti e Ata. con il governo alle prese con i fondi da trovare per permettere al personale di completare l’anno scolastico.

Nel corso dell’ultimo incontro tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati per la proroga dei contratti Covid sino a giugno, l’Amministrazione centrale ha espresso la propria volontà di prorogare i contratti: tuttavia, com’era ampiamente prevedibile, è stato fatto presente che mancano le risorse necessarie.

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