Riforma pensioni 2023: in arrivo Opzione donna strutturale?

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Riforma pensioni 2023: è forse in arrivo Opzione donna strutturale? Che cosa potrebbe succedere a partire dal prossimo anno e quali sarebbero i cambiamenti se l’ipotesi dovesse essere confermata? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Opzione donna 2023

Mentre la riforma delle pensioni sembra essere arrivata ad un punto di stallo, sono ancora moltissimi i nodi da sciogliere nel corso dei prossimi mesi. Tra questi, rimane ancora da capire che cosa ne sarà di Opzione donna, la misura di anticipo pensionistico destinata alle lavoratrici.

In particolare, il governo potrebbe da un lato mettere a rischio la misura o dall’altro decidere al contrario di renderla strutturale, come ha di fatto dichiarato lo stesso Ministro del Lavoro Andrea Orlando. Prima, però, occorrerà senza dubbi risolvere alcune criticità che rendono Opzione donna fortemente penalizzante per chi decide di usufruirne.

Come sappiamo, infatti, ad oggi la misura permette di andare in pensione con 35 anni di contributi versati e 58 di età (59 le autonome), a fronte di una significativa decurtazione dell’assegno.

Cosa accadrebbe se la misura diventasse strutturale?

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro Orlando, Opzione donna potrebbe rivelarsi uno dei nodi cruciali della prossima riforma delle pensioni. In questo senso il 2023 potrebbe essere, infatti, l’anno di svolta che renderebbe la misura finalmente definitiva e strutturale. Ma cosa cambierebbe se il governo dovesse confermare questa ipotesi?

Sicuramente si renderebbero necessarie anche alcune modifiche relative alle normative che disciplinano tale canale di pensionamento anticipato. È chiaro, quindi, che Opzione donna strutturale sarebbe un’ottima iniziativa, purché si riescano a superare le attuali lacune. Primo fra tutto il calcolo dell’assegno con il metodo puramente contributivo che implica una riduzione dell’importo anche del 25%.

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