Interrogativi
Interrogativi

A poche ore dalla pubblicazione del Decreto Riaperture non sono mancate le prime reazioni e le prime critiche, soprattutto tra il personale sospeso. Il nuovo provvedimento infatti, come sappiamo, non prevede più la sospensione di chi non si sia vaccinato, nonostante l’obbligo vaccinale per docenti e ATA permanga fino al 15 giugno.

Il personale sospeso potrà dunque rientrare dal 1° aprile ma non esibendo il green pass da tampone come in molti si aspettavano. I docenti inadempienti dovranno essere adibiti a mansioni diverse dallo svolgimento dell’attività didattica, che non comportino il contatto con gli alunni e a supporto dell’istituzione scolastica.

Ma quali saranno queste mansioni? Ancora non è chiaro e probabilmente sarà il MI a fornire maggiori chiarimenti, a meno che non sia lasciato tutto nell’autonomia di ciascun dirigente scolastico. Gli interessati, da come si evince dai primi commenti a caldo sui vari social, sono comunque molto delusi e amareggiati.

‘Intervenire sul numero di alunni per classi, plessi e ventilazione’

Ai docenti sospesi, da dicembre, si era accesa la speranza di poter tornare tra i banchi a svolgere il proprio lavoro di insegnamento. Invece così non sarà. Molti, da come si legge, si sentono innanzitutto umiliati, ma anche combattuti in merito al rientro a scuola, rimanendo comunque fermi nella decisione di non vaccinarsi.

E Marcello Pacifico, presidente Anief, ha così commentato sul proprio profilo facebook il nuovo decreto: “Il decreto riaperture dispone il rientro del personale sospeso a disposizione del DS ma non in classe. Non ha senso ancora discriminare, bisogna intervenire sul numero di alunni per classi, plessi e ventilazione“.

Personale sospeso e criticità

Sicuramente uno degli aspetti critici che emerge è, come anticipato, in merito al tipo di mansione, ancora non chiara, da attribuire ai docenti non vaccinati. L’altro elemento che ha destato stupore riguarda poi il garantire in contemporanea lo stipendio sia al personale docente non vaccinato, presente a scuola ma non in classe, sia ai supplenti che lo sostituiscono svolgendo la normale attività didattica.

Quella adottata dal governo si presenta quindi come una soluzione piuttosto confusa di cui si attendono nei prossimi giorni delucidazioni.