Abilitazione docenti precari, un problema ancora da risolvere

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Come sottolineato più volte, tra le problematicità che caratterizzano il mondo della scuola vi è quella legata al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per i docenti precari: questo problema ha rappresentato da sempre una delle tematiche più urgenti e dibattute, e ultimamente lo è diventata ulteriormente alla luce della costante crescita del precariato. Dal governo si aspettano indicazioni concrete e risolutive, ma nonostante il continuo dibattito in merito, al momento non vi è nulla di definitivo.

Perché conseguire l’abilitazione è importante

Il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per tutti coloro che aspirano al ruolo rappresenta una tappa fondamentale per il raggiungimento della stabilizzazione all’interno della scuola. Solo conseguendo un titolo abilitante, infatti, è possibile inserirsi nella I fascia delle Graduatorie Scolastiche Provinciali: in questo modo i docenti precari hanno molte più possibilità nell’ottenere un incarico a tempo determinato, poiché hanno la precedenza nell’attribuzione delle supplenze.

Inoltre, in base alle procedure di immissione in ruolo straordinarie attuate a settembre 2021 per tutte le classi di concorso e previste dal Decreto Mille proroghe per il prossimo anno scolastico 2022/23 solo in riferimento ai posti su sostegno, ritrovarsi in I fascia diventa ancora più rilevante: il non avere l’abilitazione diventa quindi molto penalizzante.

Anche conseguire la specializzazione sul sostegno attraverso il Tirocinio Formativo Attivo è molto importante, poiché oltre al conferimento delle supplenze con precedenza, permette di accedere ai concorsi ordinari per i posti di sostegno.

Mancanza e necessità di attivare procedure abilitanti

Quest’ultima modalità rappresenta ad ora l’unica possibilità per ottenere un titolo attraverso un percorso di formazione: dopo la sospensione delle SSIS e del TFA inerenti le singole classi di concorso, ottenere l’abilitazione nella scuola secondaria è estremamente difficile. Al momento, infatti, solo il superamento del concorso ordinario, pur non collocandosi in posizione utile per il ruolo, permette l’acquisizione del titolo abilitante.

Possibilità a quanto pare non prevista per il concorso straordinario che dovrebbe esplicarsi entro il prossimo 15 giugno, ma non ancora bandito: stando alla bozza, infatti, tale procedura sarebbe finalizzata solo al ruolo, e chi non ottiene l’immissione non consegue neanche l’abilitazione.

Al momento nulla si sa ancora sulla procedura straordinaria prevista dal Decreto Dipartimentale n. 497 del 21 aprile 2020 per l’attivazione di percorsi che avrebbero permesso ai precari di abilitarsi per le classi di concorso della secondaria: secondo vari rumors, questi si sarebbero attivati ad inizio 2022, ma in merito tutto tace da Viale Trastevere, anche se gli interessati hanno già pagato la tassa prevista dal bando.

Le sigle sindacali più volte hanno espresso la necessità di attivare procedure abilitanti: il sindacato Anief ha recentemente esortato il Ministero ad attivare i tanto attesi percorsi. Nelle ultime assemblee sindacali, Flc Cgil ha rimarcato questa necessità, in modo tale da evitare che i precari si rivolgano alle offerte formative di altri Paesi per ottenere l’abilitazione.

In ambito politico, la battaglia portata avanti dalla Lega per l’attivazione dei PAS ancora non ha portato a nessun esito positivo. Dobbiamo confidare quindi nelle promesse del ministro Bianchi, che ha più volte ribadito l’impegno nel riformulare il sistema del reclutamento entro il prossimo giugno: misura alquanto necessaria, considerato l’aumento degli ultimi anni del precariato e l’andamento burrascoso del concorso ordinario per la secondaria in corso.

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