Titoli falsi: di questi giorni la notizia su false lauree e diplomi rilasciati da un finto centro di formazione con base ufficiale in Calabria ma con sedi ubicate in varie parti del Paese. Dieci sarebbero le persone al momento indagate, di cui tre già in stato di detenzione, una madre e due figlie. La truffa si è scoperta poiché gli sfortunati malcapitati, una volta conseguito il titolo, non ne ricevevano il riconoscimento da parte delle istituzioni.
L’inseguimento dei titoli per chi non ha un lavoro stabile
L’inseguimento dei titoli è uno dei tanti aspetti caratterizzanti il mondo del precariato, sia in ambito scolastico che non. Ritrovarsi in posizione utile nelle graduatorie ai fini del conferimento di un incarico è fondamentale per chiunque aspiri a lavorare nel mondo della scuola: a volte, anche l’acquisizione di un solo titolo permette di poter scavalcare un numero sufficiente di quanti precedono in graduatoria, riuscendo così a ottenere una supplenza per un determinato periodo. In questo modo, capita spesso che in tanti si rivolgono a centri di formazione per il rilascio di certificazioni utili allo scopo, anche perché le tabelle di valutazione di graduatorie e concorsi continuano ad avallare questo sistema.
Docenti e personale ATA si ritrovano in molti casi a spendere tanti soldi per conseguire un titolo che potrebbe fare la differenza: purtroppo, però, è capitato che a seguito del mancato riconoscimento delle certificazioni acquisite, in tanti hanno scoperto di aver ottenuto in realtà titoli falsi.
Il caso dei titoli falsi rilasciati da un finto centro di formazione calabrese
È il caso di un centro di formazione con base in provincia di Reggio Calabria e sedi in altre parti d’Italia, che rilasciava titoli falsi quali diplomi di università italiane telematiche, certificazioni inerenti la lingua inglese e abilitazioni all’attività didattica. Molto spesso gli iscritti non hanno dovuto frequentare nessun corso e superare alcun esame, ma solo pagare cospicue somme.
I finanzieri del Comando provinciale e gli agenti della Polizia metropolitana di Reggio Calabria hanno condotto l’indagine, denominata ‘Lucignolo’ dopo la segnalazione di molti sfortunati che non hanno ottenuto il riconoscimento del titolo conseguito. Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dieci persone emessa dal Gip su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri: il reato contestato è associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi e auto riciclaggio.Â
Dieci le persone indagate, di cui tre, madre e due figlie già arrestate, e cinque agli arresti domiciliari. In base a quanto emerso, il diplomificio sarebbe attivo dal 2016 e ha permesso l’accumulo di proventi per milioni di euro, che venivano reimpiegati anche con l’acquisto di beni immobili a Roma.