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A poche ore dalla presentazione della bozza ministeriale sulla riforma del reclutamento e sulle novità in merito alla progressione stipendiale, si palesa un duro scontro tra sindacati e Ministero dell’Istruzione. Le organizzazioni sindacali non concordano con il sistema a step previsto per ottenere scatti anticipati basati sulla formazione continua. Al coro della discordia si aggiungono anche i commenti dei docenti che man mano si affollano sui social.

Progressione stipendiale prevista dal Ministero: i docenti disapprovano

Ieri, 12 aprile, il Ministero dell’Istruzione ha illustrato alle commissioni Cultura di Camera e Senato (la mattina) e ai sindacati (nel pomeriggio) la bozza inerente la riforma del reclutamento docenti e il sistema della formazione continua, attraverso cui si attuerebbe più velocemente la progressione di carriera: in articoli precedenti abbiamo spiegato in cosa consiste tale misura e come dovrebbe avvenire.

La proposta di legare gli aumenti stipendiali alla formazione continua, come abbiamo già sottolineato, sta destando scalpore: sui social si susseguono i commenti dei docenti che non accettano un simile sistema di progressione salariale, ma rivendicano i propri diritti in merito, al pari degli altri funzionari della Pubblica Amministrazione. Gli insegnanti sono stanchi di rincorrere punti, sottoporsi a verifiche, esami: adesso si propone un sistema basato su queste caratteristiche per raggiungere in tempi più brevi aumenti stipendiali che si dovrebbero slegare da ogni tipo di formazione.

I docenti reclamano il rinnovo del contratto, il pagamento degli arretrati e l’adeguamento degli stipendi al costo della vita e ai target europei. E poi si chiedono: “per passare da uno scatto all’altro chi ci valuterà?”. Considerato il flop delle ultime procedure concorsuali, anche l’aspetto della valutazione suscita polemica. Per molti insegnanti il Ministero ha ideato l’ennesima trovata per continuare a riempire le tasche di pochi, in primis degli enti formatori.

Sindacati pronti allo scontro

I sindacati da parte loro sono pronti allo scontro qualora il Ministero non modificasse la bozza presentata relativamente alla progressione di carriera. Per Francesco Sinopoli, segretario generale di Flc-Cgil, “la norma si sostituirebbe al contratto che è, e deve restare, l’unico strumento che può regolare il rapporto di lavoro, il salario, le progressioni di carriera. Il governo e il Ministro ritirino subito questa idea impraticabile e fuori dalle regole altrimenti la nostra risposta sarà la lotta”, continua.

Il coordinatore della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio ribadisce che “i temi del reclutamento e della formazione iniziale e quelli della carriera e degli incentivi vanno affrontati separatamente”, dice, “perché questi ultimi due attengono alla sfera contrattuale.

Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “prima di avviare qualsiasi riforma stipendiale, bisogna attivare un confronto negoziale e si devono allineare le buste paga di quasi un milione e mezzo di dipendenti della scuola all’inflazione. Solo dopo avere finanziato queste somme, [..], allora si potrebbe parlare di forme di incremento stipendiale associate a merito e formazione”.