stipendi
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Nell’incontro di ieri pomeriggio, 12 aprile, il Ministero ha presentato ai sindacati la bozza di decreto sulla riforma del reclutamento: questa presta attenzione anche alla formazione continua degli insegnanti, istituendo un sistema di aggiornamento e formazione articolato in percorsi della durata di almeno 4 anni. La novità che già sta destando le polemiche dei sindacati e del mondo della scuola è che gli stipendi docenti sarebbero legati a questa formazione continua: il personale che vuole formarsi riceverebbe degli scatti stipendiali accelerati.

In cosa consiste la formazione continua

La bozza ministeriale sulla riforma del reclutamento presentata ai sindacati prevede importanti novità anche riguardo agli stipendi docenti: questi infatti si legherebbero alla formazione continua che su base volontaria gli insegnanti potrebbero intraprendere. Si prospetta una progressione stipendiale accelerata, non più legata soltanto agli scatti di anzianità, ma agli step formativi portati a termine dal personale.

Ecco quanto previsto dalla bozza all’art. 16-ter: “Al fine di promuovere e sostenere processi di innovazione didattica e organizzativa della scuola e rafforzare l’autonomia scolastica, la Scuola di Alta formazione di cui all’articolo 16- bis, nell’ambito delle proprie disponibilità, avvia programmi di formazione continua incentivata per attività formative inerenti alle figure professionali responsabili nell’ambito dell’organizzazione della scuola delle attività di progettazione e sperimentazione di nuove modalità didattiche”. Stando alla bozza, il sistema di formazione continua permanente dei docenti si introdurrà dall’anno scolastico 2023/24 e si articolerà in percorsi di durata almeno quadriennale.

Si prevedono “verifiche intermedie, almeno annuali, svolte sulla base di una relazione presentata dal docente sull’insieme delle attività realizzate nel corso del periodo oggetto di valutazione. Il passaggio al percorso successivo avverrà in seguito al superamento di una verifica finale nella quale il docente dà dimostrazione di avere raggiunto la necessaria idoneità. [… ] La partecipazione alle attività formative del percorso di cui al presente comma non dà diritto all’esonero dal servizio, fatta eccezione per il numero di ore corrispondenti a quelle della formazione obbligatoria”.

Come aumenterebbero gli stipendi docenti in relazione alla formazione continua

Il sistema della formazione continua permetterebbe l’aumento accelerato degli stipendi docenti, che quindi non si determinerebbero più solamente in corrispondenza degli scatti di anzianità. In base alla bozza ministeriale, attraverso la formazione continua, il massimo salario si percepirebbe dai 23 anni di servizio a fronte dei 35 anni derivati dagli anni di anzianità. Gli scatti incentivanti la formazione continua avverrebbero secondo i seguenti step:

  •  0 – 4 anni: primo scatto in 4 anni, anziché in 8
  • 5 – 9 anni: secondo scatto in 4 anni, anziché 6
  • 10 – 14: terzo scatto in 4 anni, anziché 6
  • 15 -18: quarto scatto in 4 anni, anziché 7
  • 19 – 22: quinto scatto in 4 anni, anziché 7

Quattro anni la durata del primo step, mentre tutti i successivi gradi, dal secondo al quinto, durano cinque anni. Nel primo percorso un anno di formazione (1F) equivale a 2 anni di anzianità (2A); dal secondo al quinto percorso un anno di formazione (1F) equivale a 1,5 anni di anzianità (1,5A).

Tra i sindacati c’è già polemica

I sindacati hanno già espresso un forte dissenso verso questa riforma che lega gli aumenti degli stipendi docenti alla formazione continua: le sigle sindacali concordano nell’affermare che lo stipendio è un aspetto da discutere in sede contrattuale, e non parlamentare: “Non accettiamo l’ennesima invasione di campo legislativa su materie che vanno discusse al tavolo negoziale”, afferma Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola . Per Flc-Cgil la proposta è indecente ed irricevibile e la UIL Scuola ne riassume l’inconcepibilità: “Si passa dalla “dedizione” alla “incentivazione”: venghino signori venghino a formarsi, ogni cinque anni qualche soldo in più per chi supera i test. Ai bocciati niente. Poche risorse per pochi, a rate, per step approvati da decisori esterni (i burocrati della neonata Scuola di alta formazione)”.